Almeno 8mila persone si sono riunite davanti alla basilica di Santa Giustina a Padova per l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin. Tanti i ragazzi, con zaino in spalla, che hanno assistono in silenzio ai funerali dall’esterno della chiesa: c'è chi indossa il nastro rosso contro la violenza sulle donne, come i familiari della studentessa di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta.

La chiesa ha accolto altre 1.200 persone di cui 40 familiari, tra cui papà Gino insieme ai due figli Elena e Davide. Presenti alla funzione il ministro della giustizia Carlo Nordio, il governatore veneto Luca Zaia - che ha proclamato per oggi il lutto regionale - e quarantina di sindaci della zona.

All’uscita del feretro moltissime le persone, radunatesi soprattutto all'esterno della cattedrale, hanno salutato la ragazza tributadole applausi, una commossa ovazione, facendo “rumore” agitando le chiavi. Alle 14, un momento di preghiera nella chiesa parrocchiale di Saonara, in provincia di Padova, per un saluto da parte della comunità. Dopo le esequie, Giulia riposerà accanto alla mamma Monica, morta a 51 anni a ottobre dello scorso anno per malattia. 

Il vescovo di Padova: “Pace anche per Filippo e la sua famiglia”

"L'addio a Giulia sia un corale abbracciarsi e stringersi a lei, alla sua famiglia e a tutti i suoi ideali", ha detto nella sua omelia Claudio Cipolla, vescovo di Padova. “La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l'edificazione di una società e un mondo migliori, che abbiano al centro il rispetto della persona (donna o uomo che sia) e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera e responsabile definizione del proprio progetto di vita".

"Questo impegno - ha aggiunto - è indispensabile non solo per garantire qualità di vita al singolo individuo ma anche per realizzare quei contesti sociali e quelle reti in cui le persone siano valorizzate in quanto soggetti in grado di dare un contributo originale e creativo”.

"I nostri, anche se umani e responsabili, sono sempre tentativi di amore, e noi siamo sempre in cammino e sempre in ricerca della strada migliore. Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa. Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità”, ha aggiunto il vescovo, che ha chiesto “pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia”. 

La sorella Giulia: «So che sarai il mio angelo custode»

“Giulia guardo il cielo e ti vedo in mezzo alle stelle insieme alla mamma, so che sarai con me e continuerai a essere il mio angelo custode perché in fin dei conti lo sei sempre stata”. Così Elena Cecchettin intervenendo nella chiesa di San Martino a Saonara, in provincia di Padova, dove si sta tenendo una cerimonia intima per dare l’ultimo saluto alla 22enne, uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. «Ci sono tante parole che potrei dire in questo momento ma ho deciso che voglio regalarvi un pezzo di Giulia, di quella persona fantastica come la conoscevo io. Sperando che vi lasci il segno come ha fatto con me», ha detto Elena in lacrime. La sorella di Giulia ha raccontato che, insieme a sua sorella facevano «delle passeggiate lunghissime e non volevamo mai tornare».

Elena ha poi raccontato ai presenti che Giulia collezionava «scatole di latta solo per riempirle con altre scatole, Giulia aveva la scatola delle scatole» e di quando «si dimenticava sempre le chiavi» e della sua passione per «le macchine vecchie», così come delle loro passeggiate e della passione condivisa per il disegno. «Giulia era la mia sorellina ma era anche la mia sorella maggiore. Mi diceva sempre cosa dovevo fare quando non ero sicura», ha detto ancora Elena in lacrime.

Il parroco di Saonara: «Giulia ha smosso e ha scosso»

«Giulia ha parlato col suo silenzio, ha smosso, ha scosso»“. Così il parroco di Saonara, don Francesco Monetti nella chiesa di San Martino dove si tiene una cerimonia intima per dare l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta.

Feretro a Saonara per un’altra cerimonia

Il feretro di Giulia Cecchettin è arrivato a Saonara, in provincia di Padova, per un’ulteriore cerimonia più intima per darle l’ultimo saluto. Alla fine delle esequie il feretro viene portato al cimitero di Saonara dove Giulia verrà tumulata accanto alla madre Monica, morta l’anno scorso per malattia a 51 anni.

Il papà di Giulia: «Media ruolo cruciale, no notizie distorte»

«Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti». Così Gino Cecchettin, il papà di Giulia durante i funerali che si sono svolti nella Basilica di Santa Giustina a Padova. «Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti», ha aggiunto Gino.

Il papà di Giulia alla politica: «Affrontate flagello violenza di genere»

«Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo». Così Gino Cecchettin, il papà di Giulia durante i funerali che si sono svolti nella Basilica di Santa Giustina a Padova.

Il papà di Giulia: «Addio amore mio, ti amiamo tanto»

«Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me, non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche a imparare a danzare sotto la pioggia». Così Gino Cecchettin, il papà di Giulia, durante i funerali che si stanno svolgendo nella Basilica di Santa Giustina a Padova.

«Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia. Cara Giulia, grazie per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco, voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti. Voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio”, ha concluso Gino Cecchettin.