Il decreto sicurezza è al traguardo. Oggi ci sarà il voto finale ma per Salvini è già un successo perché il decreto è molto più suo che di Di Maio. E Salvini infatti esulta. Parla di svolta storica, di “rivoluzione”. Molti 5 Stelle invece dissentono: lo considerano un provvedimento eccessivamente reazionario.

Si chiama decreto sicurezza ma c’entra poco con la sicurezza. E’ un decreto che serve essenzialmente a rendere difficile la vita agli immigrati e a ridurre il numero dei regolari. Probabilmente provocherà un netto aumento degli extracomunitari irregolari. Il governo ieri sera ha ottenuto la fiducia sul decreto che sarà approvato definitivamente oggi. Dopodiché si tratterà di vedere se, nel corso dei prossimi mesi, non ci saranno interventi della Corte Costituzionale. I dubbi di costituzionalità riguardano almeno tre punti. Il primo è il carattere di urgenza di un decreto che affronta una questione almeno ventennale, cioè strutturale: l’immigrazione. Difficile vedere il carattere d’urgenza. E’ però vero che gran parte dei decreti approvati negli ultimi anni erano privi di urgenza.

Poi c’è la questione dell’articolo 14 e della revoca della cittadinanza agli italiani di origine straniera, e delle barriere burocratiche poste all’ottenimento della cittadinanza da parte di chi ne ha diritto ( nessuno potrà ottenere la cittadinanza fino alla fine della legislatura).

Infine la questione dell’abrogazione della “protezione umanitaria” che appare in aperto contrasto con l’articolo 10 della Costituzione. Il quale dice: « Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica».  In ogni caso ieri il governo ha retto e ieri ha votato compatto la fiducia sul dl Sicurezza caro alla Lega. I testo, che ha già superato lo scoglio del Senato, verrà approvato oggi e diventerà legge dello Stato. «Sono orgoglioso che in soli 5 mesi governo e Parlamento stiano per approvare una rivoluzione nel campo della sicurezza e della immigrazione», ha commentato il vicepremier Matteo Salvini, che ieri ha presidiato l’aula della Camera durante tutte le votazioni e ha definito il testo «un decreto che porta più sicurezza alle città d’Italia, che dà più poteri ai sindaci, che stronca il business della immigrazione clandestina, che aumenta che poteri della lotta antimafia, antidroga e antiracket».

Contro la mossa del governo di porre la fiducia e procedere a ritmi serrati sono insorte le opposizioni.

Ostruzionismo compatto è stato portato avanti dal Partito Democratico. «Il Pd voterà convintamente contro», ha ribadito Emanuele Fiano, che nel suo intervento si è rivolto in particolare ai 5 stelle: «Voi M5s, con la vostra muta complicità, state costruendo una dittatura della maggioranza pur dicendo di non condividere norme del decreto. Voi permettete che, con un voto di fiducia sulla tenuta di una maggioranza che scricchiola, si calpestino i diritti delle persone. Fate attenzione a quello che state facendo, soprattutto voi che dite di essere contrari e poi chinate il capo». Su una linea diversa, invece, i forzisti. Per bocca della capogruppo, Mariastella Gelmini, infatti, il gruppo di Fotza Italia ha dichiarato di votare contro la fiducia posta dal governo, mentre «In merito al voto finale di domani il direttivo del Gruppo FI alla Camera ha deciso di votare sì. Poteva essere provvedimento più coraggioso, ma va comunque nella direzione del programma del centrodestra».

Dopo il voto sulla fiducia, sono stati discussi i 146 ordini del giorno presentati in Aula e questo ha fatto slittare ad oggi il voto finale sul provvedimento. «Tutto dipenderà all’incasso. dall’atteggiamento delle opposizioni», ha detto il ministro per la Semplificazione, Riccardo Fraccaro, riferendosi in particolare di Pd e Leu. I dem, infatti, si starebbero orientando verso un duro ostruzionismo parlamentare sugli ordini del giorno, dopo che il dibattito nel merito del decreto è stato tagliato: «Interverremo a raffica su ogni odg», è la linea.

Quanto alla maggioranza, la soddisfazione leghista fa il paio con il fermento interno al Movimento 5 Stelle. Pubblicamente, i grillini si dicono compatti: «È un provvedimento coerente dopo tutti i miglioramenti che il Movimento 5 stelle ha apportato al testo», ha detto in Aula la pentastellata Federica Dieni, annunciando il voto favorevole. «Noi votiamo convintamente e con senso di responsabilità il decreto, senza differenze perchè uniti dal medesimo interesse, la sicurezza dei cittadini». All’interno del gruppo, però, rimane forte la fronda critica al contenuto del decreto. Voteranno il testo, pur col mal di pancia, tenendo incrociate le dita perchè sia la Consulta a bocciarlo per incostituzionalità. «Manteniamo delle perplessità sul decreto Sicurezza. Il dibattito sull'immigrazione è preoccupante. Tocca alla Consulta garantire un equilibrio», ha detto in aula la dissidente Valentina Corneli, avvocato con un dottorato di ricerca in diritto costituzionale ( tra i 18 firmatari pentastellati dell’appello per chiedere le modifiche al testo). E che ci sia grande freddezza nei confronti di un testo difficile da digerire ( ma ormai legato a doppio filo alle più ampie dinamiche di tenuta del governo) lo dimostrano le numerose assenze sui banchi del governo dei ministri grillini. La Lega, invece, era presente al gran completo, sottosegretari compresi.