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Cresce il numero degli occupati e si riduce il numero dei neet: il mercato del lavoro migliora nel secondo trimestre dell'anno. L'Istat certifica che la crescita tendenziale del numero di occupati segna un'accelerazione al 2%, ovvero 439 mila unità in più in un anno. Il tasso di occupazione delle persone di 15-64 anni sale al 57,7% (+1,4 punti). L'aumento, spiega l'istituto di statistica, riguarda i dipendenti, sia a tempo indeterminato sia a termine, e gli autonomi senza dipendenti mentre continuano a diminuire i collaboratori. Un contributo decisivo alla crescita è dato dai 15-34enni (+223 mila su basa annua), assieme al perdurante incremento degli over 50. La crescita è più accentuata per i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), ma torna ad interessare anche il lavoro indipendente, esclusivamente tra gli autonomi senza dipendenti. L'incremento è consistente sia per il tempo pieno sia per il lavoro a tempo parziale, soprattutto quello di tipo volontario. La crescita è sensibile anche per la componente femminile (+180 mila) concentrata soprattutto nel Nord del Paese. Prosegue inoltre a ritmi più sostenuti il calo, sia congiunturale sia tendenziale, degli inattivi (in termini assoluti e di incidenza), soprattutto per la componente degli scoraggiati. Il tasso di disoccupazione, dopo la stabilità congiunturale dei due trimestri precedenti, diminuisce in lieve misura (-0,1 punti) rispetto al trimestre precedente e di 0,6 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015 all'11,5%, con un calo tendenziale di 109 mila disoccupati. La maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro è testimoniata anche dalla diminuzione tendenziale (-252 mila) della componente delle persone Not in Education, Employment or Training, i Neet. "Il Jobs Act funziona", scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L'Italia sta diventando "piano piano" un Paese per giovani, aggiunge intervistato da 'Non è un Paese per giovanì su Radio2. "Oggi - spiega - sono usciti dati discreti del lavoro, ma c'è tanto da fare. Lo sarà di più in futuro". Sulla stessa linea il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: "Il Jobs Act funziona. I dati diffusi oggi dall'Istat confermano, infatti, quanto avevamo rilevato in occasione del rilascio dei dati mensili, ovvero una tendenza di crescita dell'occupazione. Nel secondo trimestre del 2016 gli occupati aumentano di 189mila unità rispetto al trimestre precedente e di 439mila unità in più in un anno, pari al +2,0%, 223mila dei quali sono under 35. I disoccupati calano di 109mila unità in un anno e gli inattivi di 489mila unità". IL MINISTRO- Grazie al Jobs Act nel Sud Italia si evidenzia "una componente di emersione di lavoro nero". Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commentando i dati Istat diffusi oggi. A chi domanda circa la disparità di risultati tra Nord e Sud Poletti ribatte che "se guardiamo i dati delle conversioni dei contratti a tempo determinato, vediamo che sono molto più alti al Nord che al Sud, mentre se guardiamo ai nuovi contratti, vediamo che sono più alti al Sud che al Nord".Quindi, fa notare il ministro, "è ragionevolmente immaginabile che dentro ci sia una componente di lavoro irregolare che è diventato regolare. Poi c'è da sperare che la crisi profondissima che ha colpito il Sud un pò alla volta ci consegni una prospettiva migliore".Non si può dunque parlare di una debolezza del Nord, perché "se guardiamo ai dati sul Pil e alla cassa integrazione, vediamo che ci sono le regioni del Nord che recuperano e dunque c'è un processo che riguarda situazioni diverse" conclude Poletti.I SINDACATI"Rimettere in moto il mercato del lavoro è un'operazione imprescindibile e improrogabile per la ripresa dellanostra economia. Per questo va destinata a tale scopo ogni risorsa pubblica". Lo dichiara un comunicato di Federconsumatori e Adusbef, commentando i dati Istat sull'occupazione."Bisogna avviare un Piano straordinario per il lavoro - prosegue la nota - che stanzi almeno 60 miliardi di euro (ricavabili dalla lotta all'evasione fiscale, dalla tassazione delle rendite finanziarie, dalla vendita di parte delle riserve auree, ecc.) per la crescita, la modernizzazione, la messa in sicurezza antisismica, l'innovazione e la ricerca".Nonostante gli elementi positivi emersi dai dati Istat odierni,aggiungono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti diFederconsumatori e Adusbef, la diminuzione della Disoccupazione giovanile resta al 35,5% ma soprattutto è fondamentale agire perché questo dato cali soprattutto al Sud, dove ancora si toccano punte del 65%. "È evidente - concludono - che le riprese annunciate sono ancora risibili rispetto ad andamenti di questa portata".