Dalla fascia di capitano ad un’aula di Tribunale. Potrebbe essere questa la parabola della storia d’amore tra Leonardo Bonucci e la Juventus, che a inizio stagione ha ribadito al calciatore quanto già comunicato lo scorso autunno, ovvero di non ritenerlo più parte dei propri piani. Un’informazione che l’ormai ex capitano aveva tentato di ignorare, nella speranza che arrivasse l’esonero di Massimiliano Allegri.

Ma l’esonero non è arrivato e una delle prime mosse del nuovo responsabile dell’area sportiva, Cristiano Giuntoli, è stata quella di comunicare al difensore della nazionale di non far più parte del progetto tecnico bianconero. Con l’invito a guardarsi attorno per trovare una nuova squadra per quello che sarà il suo ultimo anno di attività. Una comunicazione che il calciatore, dopo 12 anni in bianconero ( con una parentesi al Milan), non ha preso bene, arrivando a minacciare tramite i propri legali un’azione legale. Gli avvocati del calciatore, che è stato escluso dalla tournée negli Stati Uniti e si allena in orari diversi rispetto alla squadra, hanno infatti inviato una pec ai dirigenti bianconeri, diffidando la società e invitandolo a reintegrare immediatamente il difensore. Ma niente da fare: il club ha replicato di aver fatto una scelta tecnica, ritenendo di aver messo il giocatore nelle migliori condizioni per allenarsi.

La diffida potrebbe portare alla rescissione del contratto, un accordo da 6 milioni di euro netti valido fino al 30 giugno 2024. Uno stipendio troppo oneroso per la Juventus, uscita con le ossa ammaccate dallo scontro con la giustizia sportiva. Bonucci potrebbe dunque chiedere un indennizzo, che ammonterebbe a oltre 2 milioni di euro, possibilità prevista dall’accordo collettivo dei calciatori di Serie A, che pur non entrando nel merito delle scelte tecniche tutelano la possibilità dei calciatori di prepararsi con il resto della rosa. Nonostante gli attriti con il club, Bonucci è apparso il 10 agosto in tribuna all’Allianz Stadium per assistere alla partitella di allenamento tra Juve e l’Under 23, a seguito della quale ha scritto un messaggio sui social: «La realtà di oggi continua a insegnarmi quanto l’amore e l’affetto possano arrivare oltre a situazioni imposte», ha scritto, forse nella speranza di continuare ad indossare la maglia bianconera fino a fine stagione.

La diatriba ha coinvolto anche l’Assocalciatori, che ha definito «paradossale» la situazione. Bonucci, ha affermato Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, «subisce condotte illegittime e vietate dall'accordo collettivo, viene calpestata la sua dignità. La Juventus lo deve reintegrare subito, sta subendo danni professionali gravi - si legge in una nota -. Questa vicenda sta precludendo opportunità importanti, compresa la maglia azzurra. Bonucci è la punta dell'iceberg di numerose situazioni. Poi c'è chi, come lui, ha le spalle larghe e va avanti a petto in fuori, e chi invece subisce».

Secca la replica della Juventus, che ha ribadito «con forza la correttezza del proprio operato nei confronti di tutti i calciatori tesserati cui sono riconosciuti e garantiti pienamente tutti i diritti previsti dall’Accordo collettivo di categoria». E anche il club ha minacciato azioni legali, dicendosi pronta «nell’ipotesi in cui ciò si rendesse necessario, a difendere la piena legittimità del proprio comportamento nelle sedi competenti». Inoltre, «Juventus Football Club si auspica che la problematica della definizione di un corretto bilanciamento tra diritti dei calciatori e esigenze dei club possa essere definitivamente affrontata e risolta nell’ambito della negoziazione del nuovo accordo collettivo tra Aic e Lega nazionale professionisti Serie A che avverrà in vista della stagione sportiva 2024/ 25». Ma ad intervenire è anche l'Associazione italiana agenti, calciatori e società, che si è rivolta direttamente all'Associazione italiana calciatori.

«L'Aiacs, da sempre sensibile alle problematiche degli agenti e dei loro assistiti calciatori, nell'augurare al giocatore Bonucci di poter al più presto insieme alla Juventus trovare soluzione alla vicenda che li vede parti, non con poca perplessità rivolge all'Aic un monito circa la sua mancata presenza per analoghi casi affrontati dagli agenti e dai calciatori con meno enfasi mediatica - si legge in una nota -. Ricordiamo che la sua azione sindacale deve essere rivolta verso tutti e soprattutto sostenuta nelle sedi opportune, non solo apparentemente con azione mediatica».