John Travolta sapeva che avrebbe ballato con Fiorello sulle note allegre del qua qua. A Sanremo la polemica surreale è sempre in tavola ma stavolta sembra di gustarsi una scena alla Pulp Fiction quanto ad assurdità. Amadeus lo ripete più volte nella conferenza stampa: Travolta sapeva tutto, «non c’è stato nessun tranello», e appare molto scocciato per le accuse di umiliazione di un eroe del cinema e di avere giocato da sponda, seppure inconsapevole, a una presunta pubblicità occulta del marchio di scarpe che indossava.

Il conduttore e i rappresentanti della Rai danno la loro versione: è stato l’attore a chiedere di venire all’Ariston spiegando che gli avrebbe fatto piacere già che c’era visto che si trovava nelle vicinanze, in Francia, per girare uno spot proprio di queste scarpe; ha preso «solo» un rimborso spese sui 200mila euro; alla sua domanda su cosa gli sarebbe stato fatto fare gli è stato raccontato per filo e per segno (Amadeus: «Sapeva dei balletti e che poi sarebbe uscito dal teatro e avrebbe ballato il qua qua»); nessuno si è accorto che indossasse un paio di scarpe con un logo in bella mostra ancor più dato che avrebbe ballato; la scelta di Travolta di non far andare in giro per il mondo il video della serata è precedente e non successiva a una presunta arrabbiatura per essere diventato un meme simbolo di goffaggine, proprio lui che per le sue doti di ballerino ha incantato il pianeta.

«A me la gag è piaciuta tantissimo e non solo a me, anche a tanti sui social da come vedo», chiarisce Amadeus all’inizio dell’incontro con la stampa all’Ariston, poi via via si innervosisce (qualcuno arriva ad alludere che abbia detto a un certo punto ’Don’y worry, be happy’ richiamando uno dei motti dell’azienda di scarpe) fino a non sembrare lui, sempre sereno e pacifico anche rispetto alle critiche. «Tutto questo dramma su Travolta sta succedendo perchè sta andando tutto bene, allora ci si è chiesti: dove possiamo trovare la stronzata per polemizzare? Parliamo di Allevi, del cast di Mare fuori, delle cose belle. Se sul momento la gag che gli era stata annunciata non piaceva a Travolta non è colpa mia. Non è colpa mia se non si è divertito come pensavamo facesse. È stato avvisato di tutto, nessuno lo ha costretto a non fare niente. Stiamo creando un caso che non c’è».

Difende Fiorello «il più grande show man che abbiamo» e la scelta del qua qua. «Fa parte di un tipo di comicità, anche di un grande come l’americano John Fallon, invitare persone molto importanti a fare qualcosa che apparentemente non farebbero mai. Anni fa Fiorello fece fare il delfino a Travolta». Si è tolto il cappello da papera? «Può essere che in quel momento abbia cambiato idea sul mettere o meno il cappellino o non abbia più gradito o non abbia avuto un’espressione adeguata ma non è un problema del festival di Sanremo. Pensavamo che la gag potesse funzionare dieci e ha funzionato otto». Sull’accusa di presunta pubblicità occulta, Federica Lentini della Rai ammette che ’c’è stato un errore nell’inquadrare il logo ma non eravamo consapevoli e tira in ballo, è il caso di dire, una disattenzione dell’assistente di studio. Aggiunge poi che il “marchio non è molto familiare” anche se è leader mondiale nelle scarpe anti-infortunistiche e vanta tra i testimonial Diletta Leotta e Charles De Clerc.