Escalation catastrofica, minaccia propagandistica oppure un mero bluff. Sul piatto sempre più insanguinato del conflitto tra Russia e Ucraina torna ad affacciarsi lo spettro delle armi atomiche. Tattiche o strategiche che siano, una volta premuto il bottone fatidico un ritorno indietro non sarebbe più possibile. In questo senso i segnali che arrivano non sono incoraggianti, Mosca infatti ha annunciato l'avvio di esercitazioni con ordigni nucleari che riguarderebbero anche truppe di stanza al confine con l'Ucraina.

La decisione del Cremlino è la risposta alle parole del presidente Macron, tornato ad evocare l'invio di truppe nel conflitto in corso. Una possibilità già ventilata a fronte dell'andamento della guerra che vede i russi prossimi a sfondare alcune linee cruciali dell'esercito di Kiev. Inoltre non sembra certo che lo stanziamento di sessanta miliardi di dollari da parte del Congresso Usa possa essere risolutivo nel equiparare la disparità di forze.

Sul fronte della guerra, le notizie parlano di un avanzata dei russi che continuano a bombardare soprattutto attraverso droni che gli hanno permesso di conquistare il villaggio di Ocheretyne, nel Donetsk insieme ad altri due piccoli centri, quello di Solovyovo e quello di Kotlyarovka, presso Kupiansk, nella regione di Kharkiv.

Ma in Europa non serpeggia solo la paura nucleare, le agenzie di intelligence infatti hanno avvertito che la Russia starebbe preparando atti di sabotaggio in tutto il continente. Il Financial Times riporta che Mosca avrebbe già iniziato i piani per attentati dinamitardi e attacchi incendiari per danneggiare le infrastrutture sul territorio europeo. In ogni caso la minaccia dell'uso di testate atomiche sembra aver colto nel segno perché al di là delle risposte muscolari dell'Alleanza Atlantica che con la portavoce Farah Dakhlallah dichiara: «La retorica nucleare della Russia è pericolosa e irresponsabile. La Nato rimane vigile. La nostra deterrenza collettiva e la nostra posizione di difesa continueranno a garantire che ogni centimetro del territorio alleato sia protetto».

La Ue sembra cercare intermediari per scongiurare un conflitto di proporzioni immani. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping e al termine del colloquio ha auspicato una collaborazione: «Contiamo sulla Cina affinchè usi tutta la sua influenza sulla Russia per fermare la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. Il presidente Xi ha ( già ndr.) giocato un importante ruolo nella de- escalation delle irresponsabili minacce nucleari russe». Paradossalmente la Ue discute anche di altro e cioè della possibilità di inviare un proprio rappresentante alla cerimonia di insediamento di Putin al Cremlino che si tiene oggi, la conferma è arrivata dal portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione Europea: «Possiamo confermare che il Cremlino ha spedito inviti ai Paesi europei a partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Vladimir Putin e stiamo discutendo con gli Stati membri su come rispondere». La decisione finale non è ancora stata presa, ma la netta contrarietà dell'alto rappresentante Josep Borrell dovrebbe pesare nel rifiutare un invito che se accettato aprirebbe crepe ancora maggiori di quelle esistenti fra i paesi europei.

Divaricazioni che i russi provano ad allargare in ogni modo, lo testimoniano alcune presunte rivelazioni provenienti da Servizio segreto (Svr) citato dall'agenzia di stampa russa Tass secondo cui «gli americani hanno intensificato gli sforzi per trovare un'alternativa all'attuale presidente ucraino». Tra i papabili a succedere a Zelensky, Pyotr Poroshenko, il leader del partito Solidarietà Europea, e il sindaco di Kiev Vitaly Klichko.