Si è celebrata oggi la Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul lavoro. Il bilancio dei lavoratori che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro è drammatico: nel 2023 sono stati 1041. Dato in calo del 4,5% rispetto all’anno precedente (2022) quando si contavano 1.090 denunce di decessi sul lavoro. Sempre nel corso del 2023, l’Inail stima che ci siano stati 15 incidenti mortali plurimi, vale a dire quelli in cui hanno perso la vita due o più lavoratori. Le vittime sono state in totale 36. In 22 casi era coinvolto anche un mezzo di trasporto. Tra i più noti incidenti mortali plurimi del 2023, quello avvenuto ad agosto a Brandizzo (Torino), dove cinque addetti alla manutenzione dei binari della ferrovia erano stati travolti da un treno, e la deflagrazione in una fabbrica di fuochi di artificio che a settembre aveva causato tre vittime in Abruzzo. A novembre c’era stato anche uno scontro frontale vicino a Urbino, tra un pullman e un’ambulanza. A perdere la vita i 3 operatori sanitari e il paziente. Un dato, quello degli incidenti mortali plurimi, in calo rispetto al 2022, quando erano stati denunciati 19 incidenti plurimi per un totale di 46 decessi, di cui 44 stradali. E due settimane fa c’è stato il tragico incidente avvenuto a Suviana, nel quale hanno perso la vita 7 tecnici, mentre erano al lavoro presso la centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, sull'Appennino bolognese.

«Di lavoro si deve vivere, non morire - ha scritto sui social il leader Cisl Luigi Sbarra -. Istituzioni e società civile devono unirsi in una battaglia comune per porre fine alla strage quotidiana nei luoghi di lavoro che non è degna di un Paese civile e che offende i valori della nostra Costituzione. Bisogna rafforzare il dialogo per una stagione di corresponsabilità sociale che permetta di fare passi decisivi sia su salute e sicurezza, sia rispetto a tutte le grandi sfide da cui dipendono la crescita e il futuro dell’Italia».

E la segretaria confederale Uil, Ivana Veronese, in una nota scrive: «Oggi è la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. L’attenzione su questo tema non è mai stata così alta come in questi mesi. Ha trovato posto persino sul palco più seguito d’Italia, quello di Sanremo. Eppure, dopo Brandizzo, Firenze, Suviana, i dati continuano a essere impietosi: solo nei primi due mesi del 2024 già abbiamo un aumento del 19 per cento delle denunce di infortuni mortali rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno». 

Per Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd, mette in evidenza anche le malattie professionali «di cui poco si parla, ma che hanno interessato, nel solo 2023, 47.288 persone. Tutto si tiene. I rischi maggiori si hanno nelle catene degli appalti e subappalti, finalizzati a cercare lavoratori da pagare meno e a cui assicurare meno tutele, e nei contratti precari, dove il turn over dei lavoratori non permette una formazione adeguata. L’insufficienza dei controlli è macroscopica. A parole tutti d’accordo. Ma questo governo, mentre impone di votare, a tappe forzate, una legge sull’Autonomia differenziata, con il decreto 19 sul Pnrr, nega il ruolo che le Regioni con le loro Asl svolgono sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, con controlli nelle imprese e nei cantieri, per garantire il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza in questo campo, e, mentre prevede il giusto potenziamento del personale preposto ai controlli per gli enti centrali (Inl, Carabinieri, Inail e Inps), lo nega per le Aziende Sanitarie Locali».