«Ci sono tutte le ragioni» per credere che il premier israeliano Benjamin Netanyahu stia prolungando la guerra a Gaza, rifiutando accordi per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, per le proprie ragioni politiche. A dirlo è stato il presidente americano Joe Biden in un'intervista rilasciata al magazine Time.

Gli Stati Uniti hanno annunciato un progetto di risoluzione al Consiglio di Sicurezza a sostegno del piano di cessate il fuoco in Medio Oriente, delineato da Biden la scorsa settimana, esortando Hamas ad accettarlo. Il movimento islamista palestinese avrebbe risposto positivamente, almeno in linea di principio. Non il governo israeliano. «Numerosi leader e governi, anche nella regione, hanno approvato questo piano, ha detto l'ambasciatore degli Stati Uniti Linda Thomas-Greenfield. Il progetto di testo, visionato dall’agenzia Afp, «accoglie con favore il nuovo accordo annunciato il 31 maggio, e invita Hamas ad accettarlo pienamente e ad attuare i suoi termini senza indugio e senza condizioni. Biden ha delineato venerdì scorso un piano israeliano che in tre fasi avrebbe posto fine al conflitto sanguinoso, liberato tutti gli ostaggi e portato alla ricostruzione del devastato territorio palestinese senza Hamas al potere».

Tuttavia le fratture tra i due alleati sono emerse quando l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che la guerra in corso a Gaza continuerà fino a quando tutti gli "obiettivi di Israele saranno raggiunti", compresa la distruzione delle capacita' militari e governative di Hamas, il che sterilizza alla base l’iniziativa diplomatica di Washington. L'ufficio del premier israeliano Netanyahu ha negato di poter essere presente il 13 giugno a Washington per tenere un discorso davanti al Congresso Usa, come riportato dai media americani. Lo si apprende dai media israeliani. L'entourage del presidente ha etto che la data del suo discorso al Congresso non è stata "decisa" ma non sarebbe il 13 giugno perché interferisce con le feste ebraiche.