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La destra italiana, comprensiva del proprio humus profondo, dopo aver lungamente cercato di uscire dalle secche del post-fascismo missino in modo moderno e possibilmente spigliato, ha trovato finalmente la sua macchina, meglio, il suo camper parlamentare maggioritario. Si tratta, almeno ai nostri occhi, del Movimento 5 stelle.Il Movimento 5 stelle è un contenitore in grado di raccogliere ogni genere di pulsioni, ossia consensi ad amplissimo spettro. Ora slogan-banner autoritari ora allapparenza libertari, ora gagliardamente populisti, lessenza stessa della destra plebiscitaria. Non si tratta di un miracolo politico da poco, poiché, se i dati non mentono, il M5S, Grillo o non Grillo, Casaleggio o Casaleggio Jr., mostra al momento davere il maestrale in poppa, veleggia come forza palingenetica perfino nei migliori Bar Sport e perfino del Tennis. Il M5S piace ai semplici perché semplifica, piace agli incolti incazzati perché dà la sensazione del dono di mille metaforiche fucilazioni imminenti, piace perché sa dare sia al nostalgico del Duce-tu-sei-la-luce sia allex autonomo operaio la sensazione di unimminente resa dei conti, di una Piazzale Loreto rovesciata. Quanto allaffermazione secondo cui la destra e la sinistra sono concetti vecchi, superati, non cè parola dordine più evidentemente di destra di questultima, così per il suo bisogno semplificatorio, autoassolutorio, pronta a salvare le masse piccolo borghesi della nazione, le stesse che hanno sempre fatto affidamento sulla propria appartenenza alla zona grigia, lo diciamo al di là dogni retorica della difesa dei valori cerimoniali dellantifascismo.Con il M5S siamo infatti oltre, siamo al fideismo rispetto allAnimatore Generale Beppe Grillo e allaccettazione dagli Adepti del controllo pervasivo da parte della società che cura il Blog, sorta di Hal 9000, rammentate il perturbante cervello elettronico di 2001 odissea nello spazio.Questo genere di nuova destra venata di coloriture da gazebo rosso-bruno, sì, quasi una riproposizione del nazi-maoismo in formato easy e spettacolare, senza cioè bisogno di prenotazione ideologica obbligatoria, ha nella rete il suo bacillario culturale e antropologico più significativo, ciò che altrove, perfino nelluomo berlusconiano più arrabbiato, era anticomunismo da circolo nautico, signore al corteo sui sanpietrini con tacco 12, amore per il capo dal maglione annodato sulle spalle come a Portofino. Insomma un clima da diportisti nautici dallinvidiabile 730, diventa adesso una sorta di massa che, sempre in nome della semplificazione, avanza con le sue minacce di far tabula rasa del vecchio mondo in nome dellonestà, categoria assai volatile, talvolta perfino ambigua.In questa costruzione del consenso plebiscitario pop si può anche scegliere di dare soddisfazione al popolo che non vuol sentir parlare di mafia, ed è ciò che accade anni fa con Beppe Grillo nella piazza di Alcamo, quando questi, rivolto alla folla, così disse: No, non la voglio neppure pronunciare quella brutta parola a cui vi associano ingiustamente! . Ne seguì un boato di vero amore, il boato che racchiudeva certa subcultura del Sud.Ora non prenderete che affronti qui tutti i punti della questione, no? A semplificazione si risponde con la medesima moneta, magari solo accettando di elencare velocemente gli oggetti che dimorano sullAltare della Patria grillina:
onestà, onestà me lhai già detto, poi quel video di Casaleggio, Gaia che baratta secoli di filosofia per un numero di Urania o del Giornale dei misteri, e ancora le scie chimiche, il microchip sottopelle, gli scontrini che sembrano sostituire ogni altra icona nel cartiglio dello stemma repubblicano. E adesso, apoditticamente, semplifico ancora di più correndo verso le conclusioni.Ecco, questa nuova destra, su camper guidato da un fido cognato, è destinata a dilagare, essa custodisce, fra molto altro, il consenso della parte più avvilita dallo stato delle cose materiali, ma anche lelemento di esaltazione e fanatismo, non vorrei adesso sembrare eccessivo, ma molti soggetti assai dimenticabili della mia gioventù, insopportabili, ora ottusi comunisti o non meno ottusi e pietosi fascisti li ho ritrovati tutti lì, sembra quasi che il M5S abbia dato loro una nuova giovinezza, una nuova primavera di bellezza, un rinato sol dellavvenir, ballando sotto una immancabile pioggia di banner di dubbio gusto. Dimenticavo, tra le loro armi sempre a portata di mano cè anche una cieca incapacità di mettere in discussione i propri assunti, come neppure Belfagor, questultimo anzi al loro confronto diventa Cartesio, linventore del dubbio metodico.Mi dirai: mica sono tutti così. E vero, infatti chi fuoriesce dal M5S si narra come dopo un rapimento alieno. Come nel migliore stalinismo, lopacità dei metodi non si discute, Casaleggio o chi gli succederà era e resterà un dogma, e questo perché un partito proprietario, come lo era già Forza Italia di Berlusconi, qual è il M5S, non può permettersi deroghe al principio del Capo. E la democrazia della rete? Guardo Di Maio e subito penso: piccoli Andreotti crescono. Sarà sicuramente un caso, ma sia Di Maio sia Di Battista hanno nel Dna familiare la fiamma tricolore.Parafrasando qualcuno potremmo domandarci se vinceranno, ma non convinceranno. Sì, che convinceranno perché la semplificazione è sempre stata cara ai paesi senza memoria, prossimi allanalfabetismo civile. Laicità? Neppure a parlarne.