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Un secondo referendum potrebbe essere un«processo di guarigione», un modo per arrivare ad una «conclusione»dopo questi quasi tre anni di Brexit infinita. È questo il senso di quanto detto dal leader laburista, Jeremy Corbyn spiegando la posizione della conferenza e dell’esecutivo del suo partito «in favore della possibilità di avere una consultazione popolare sui risultati dei colloqui e dei negoziati». «Io voglio considerarlo come un processo di guarigione - ha spiegato il leader laburista al lancio della campagna elettorale per le Europee- un modo per portare tutto questo processo ad una conclusione».«Nulla di tutto questo è facile - ha poi riconosciuto - ma il nostro messaggio essenziale è di unire le persone, e questo è alla base dell’azione condotta in Parlamento e nei negoziati». Il commentatore del Guardian ha notato come l’immagine del nuovo referendum come un processo di guarigione in realtà l’ha già usata Tony Blair, l’ex leader laburista che solitamente sarebbe l’ultima persona a cui potrebbe ispirarsi il suo successore che ha riportato il partito a sinistra.In un’intervista il mese scorso, Blair, da sempre sostenitore della necessità di un secondo referendum aveva suggerito, di fronte allo stallo del Parlamento sulla Brexit, ai deputati di non prendere «la piena responsabilità» ma di «condividerla con il popolo, permettendo un referendum come un processo di guarigione».