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Protesta famiglie arcobaleno contro la legge sulla gestazione per altri GPA - Nella foto: organizzazioni dei genitori omosessuali durante la manifestazione al Pantheon contro la proposta di legge Varchi sul reato di maternità surrogata (Roma, La presse)
“I miei assistiti sono sereni, ritengono di non aver fatto nulla e non hanno fatto nulla. Vivono la loro storia, il coronamento di un loro desiderio. Con tutti gli ostacoli che possono sorgere nella vita, certo, ma con molta serenità”. Lo dichiara all'Adnkronos Maurizio Paniz, avvocato della coppia italiana fermata in Argentina dopo aver fatto ricorso alla maternità surrogata.
I due uomini italiani sono stati fermati all'aeroporto di Buenos Aires insieme a una donna argentina mentre cercavano di imbarcarsi, con una neonata, su un volo diretto a Parigi, da dove poi sarebbero rientrati in Italia. Nel mirino degli inquirenti, ha riferito la testata argentina La Nacion, non sarebbero i due cittadini italiani, per i quali è stato comunque decretato il divieto di lasciare il Paese, né la gestante. I tre infatti sarebbero vittime di un'organizzazione che sfrutta le necessità di donne in situazione di estrema vulnerabilità e di persone che desiderano avere un figlio.
“Da qui non ci muoviamo senza nostra figlia”, fa sapere la coppia. Che dalla capitale argentina, dove ha affittato un appartamento, aspetta di poter rientrare in Italia con la bambina che ora è affidata alle loro cure. Secondo il legale, comunque, “non ci saranno sviluppi sul caso prima di lunedì e martedì”. I due italiani, ricorda Paniz, “non sono accusati di niente: le autorità argentine li ritengono testimoni funzionali a un'indagine che stanno svolgendo su altre persone. Possono essere utili alle indagini in quanto persone asseritamente informate sui fatti, ma non è detto che siano informate sui fatti. Per questo le autorità argentine hanno ritenuto di non farli partire per l'Italia”. Si indaga su un'organizzazione che lucra sull'utero in affitto? “L'oggetto dell'indagine per quello che so potrebbe anche essere diverso”.
Nulla a che vedere, in ogni caso, con la nuova legge voluta da Fratelli d’Italia e approvata definitivamente dal Parlamento il 16 ottobre, che rende il ricorso alla surrogata un “reato universale”, ovvero perseguibile in Italia anche se commesso all'estero. Il ddl Varchi infatti non è ancora in Gazzetta ufficiale. E anche Paniz assicura che la nuova norma non rappresenta un problema per i suoi assistiti: “Non rischiano nulla, la bambina è nata il 10 ottobre, quindi i fatti sono antecedenti a una norma che non può avere efficacia retroattiva”.
«La storia di questa coppia italiana, che per avere un figlio è finita nelle mani della criminalità organizzata argentina, dimostra che dove non c'è una regolamentazione del fenomeno, si insinua la malavita e ci sono sfruttamento e schiavitù. Il Governo si attivi per garantire l'interesse della minore, che non può essere certo quello di essere sbattuta in un orfanotrofio», commenta Riccardo Magi, segretario di +Europa, che ha più volte rilanciato una proposta di legge di segno opposto, redatta con l’Associazione Luca Coscioni, che disciplinerebbe la gestazione per altri (Gpa) in forma “solidale”, ovvero grauita.
«Regolamentare la GPA in forma solidale, come noi proponiamo, vuol dire evitare situazioni limite come questa, e dare una possibilità a persone che non hanno altra scelta. Comprese tante coppie etero che non possono fare altrimenti, a causa di malattie e per il basso numero di adozioni nazionali (poche centinaia ogni anno a fronte di oltre 8 mila domande). A chi fa paura la famiglia? A esponenti di un governo che, soprattutto sui temi della famiglia, provano a imporre una visione moralista e giustizialista salvo poi essere i primi a non riuscire a rispettarla?», spiega Magi.
«La Gpa deve essere oggetto di veto a livello internazionale, come dimostra il caso della coppia di uomini fermati all'aeroporto di Buenos Aires con una bimba concepita, secondo la stampa argentina, con la mediazione di una organizzazione clandestina che avrebbe pattuito per la madre un compenso di circa 5 mila euro», commenta invece la deputata Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra, che aveva già manifestato contrarietà, dall’opposizione, alla maternità surrogata. «L'accessibilità anche via social al mercato globale della maternità surrogata – aggiunge – consente perfino di strappare prezzi irrisori per ottenere un utero in affitto».