Ancora in salita la curva epidemica in Italia: sono 10.925 i casi Covid nelle ultime 24 ore, contro i 10.010 di ieri, ma con 165.837 tamponi, oltre 15mila più di ieri e nuovo record assoluto. Il totale dei casi sale così a 402.536. In lieve calo i decessi, 47 oggi (ieri erano 55), per un totale di 36.474. Nuovo balzo dei ricoveri: le terapie intensive sono 67 in più (ieri +52), e salgono così a 705, mentre i ricoveri ordinari aumentano di 439 unità (ieri 382), e sono 6.617 in tutto. La regione con più casi rimane stabilmente la Lombardia, +2.664, seguita da Campania (1.410), Lazio (994), Piemonte (972) e Toscana (879). Nessuna regione a zero contagi, quella che fa meglio, ma comunque in netta crescita, la Basilicata con 57 nuovi casi. In calo il numero di guariti, 1.255 oggi contro i 1.908 di ieri, per un totale di 249.127. Il numero degli attualmente positivi si impenna ancora, +9.623 in sole 24 ore: i malati attuali sono ora 116.935 in tutto. Di questi, sono in isolamento domiciliare 109.613 pazienti, 9.117 più di ieri. Per quanto riguarda i tamponi, degli oltre 165mila totali di oggi sono 103.326 quelli utilizzati per testare i nuovi casi, per un rapporto quindi del 10% circa tra positivi e casi testati. Focolaio alla Camera dei deputati Con tre capigruppo su quattro (Gelmini di FI, Lollobrigida di FdI e Lupi di NcI) positivi al coronavirus e uno in quarantena (Molinari della Lega), a cui si aggiunge anche la positività al virus di alcuni deputati, il centrodestra insiste affinché la prossima settimana non si svolgano votazioni nell’Aula della Camera. «A seguito della situazione venutasi a creare nel Palazzo di Montecitorio», spiega una fonte di centrodestra, «sono in corso contatti con tutti i gruppi per svolgere la prossima settimana in Assemblea solo le sedute in cui non sono previste votazioni». «Faccio i migliori auguri ai colleghi per la loro guarigione, soprattutto a quelli dell’opposizione, e penso si debba essere sempre attenti alle richieste di tutti. Però credo anche che i colleghi dell’opposizione debbano rendersi conto di due fatti». Lo afferma il capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali della Camera, Stefano Ceccanti, che così commenta la richiesta delle opposizioni di rinviare l’esame della proposta di legge sull’omofobia e di non procedere a votazioni in Aula della Camera la prossima settimana. «Il primo - prosegue l’esponente dem - è che ci sono problemi di medio e lungo periodo che non possono essere risolti con escamotage, per cui le legittime obiezioni sul voto a distanza sostenute sin qui dovrebbero essere quanto meno problematizzate. Siamo in una fase diversa e il Parlamento deve poter funzionare. Il secondo è che, ovviamente, essi non possono pretendere unilateralmente di decidere quali leggi siano urgenti e quali no, che sia quella contro l’omofobia o un’altra, a seconda delle proprie preferenze politiche e di paralizzare selettivamente solo il voto su quelle che non ritengono tali. Se ragioniamo partendo dalla realtà le soluzioni condivise si possono trovare», conclude.