Un livello superiore di pervasività della ‘ndrangheta è quello descritto dai Pm nell’ordinanza di custodia cautelare che fa tremare Reggio Calabria. Una cupola segretissima, interamente composta da colletti bianchi, in grado di condizionare ogni aspetto della vita sociale ed economica. Con un’attenzione, morbosa, verso gli appuntamenti elettorali e la creazione di una classe politica di riferimento in grado di rappresentare gli interessi delle ‘ndrine a tutti i livelli istituzionali.«Uno degli aspetti più straordinari – ha spiegato il procuratore Cafiero De Raho – è costituito dalla circostanza che la ‘ndrangheta non prova a condizionare i politici, ma proprio a formarli per farli entrare nelle Istituzioni».Con un certo successo, almeno stando alle indagini della Procura. Il senatore Antonio Caridi, attualmente iscritto al gruppo Gal (Grandi Autonomie e Libertà), sarebbe stato uomo di punta delle cosche calabresi che lo avrebbero aiutato e sostenuto fin dal 1997. Realizzando un’autentica scalata: dal Consiglio Comunale di Reggio fino a palazzo Madama, passando per la Regione Calabria. Un successo dietro l’altro, a prescindere dal partito di appartenenza, per quello che è stato considerato il delfino dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti, almeno fino alla clamorosa rottura consumata dopo le dimissioni di quest’ultimo dalla carica di governatore.I primi passi politici di Caridi avvengono all’interno dell’area moderata. Dal Ccd, al Ccd-Cdu, per poi approdare all’Udc, sigla sotto la quale cominciò a ricoprire cariche di governo, diventando assessore comunale all’Ambiente, proprio all’interno di una delle giunte targate Scopelliti. Insieme a lui, con il placet della cupola, Caridi vola alla Regione Calabria nel 2010, nelle fila del Polo delle Libertà dove assumerà l’incarico strategico di assessore alle Attività Produttive.Nel 2013 il salto di qualità finale con l’elezione ottenuta al Senato sempre con il Pdl. Al momento della scissione del partito, Caridi rimanendo fedele alla linea Scopelliti, traghetta nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Ma è un passaggio che durerà poco. Fiutata la cattiva aria che stava facendo sprofondare Scopelliti, Caridi cinicamente prende le distanze da Ncd e si parcheggia al Gal provando ad essere determinante nella varie e complicate votazioni a palazzo Madama.Un preludio ad un grande ritorno alla corte di Berlusconi, arrivato grazie alle intermediazioni di Paolo Romani, che lo hanno fatto ritornare in Forza Italia in pompa magna. In Calabria, infatti, gli viene riconosciuto anche il ruolo di vice coordinatore regionale del partito. Tanto che, appena qualche settimana fa, è stato proprio lui insieme agli altri big locali, a dare il benvenuto a Giovanni Toti, Mara Carfagna e Altero Matteoli, arrivati a Vibo Valentia per far ripartire il partito e celebrare la clamorosa vittoria di Mario Occhiuto alle comunali di Cosenza.Insieme ad Antonio Caridi, interno alla cupola stando alle ricostruzioni degli inquirenti, anche Alberto Sarra, ex sottosegretario regionale alla Riforme e, anche lui, uomo vicinissimo a Giuseppe Scopelliti. Di volta in volta, e di concerto con i clan più potenti, si valutavano le liste alle varie elezioni e si sceglievano le combinazioni più utili. Nel 2000, ad esempio, l’elezione di Giuseppe Scopelliti alla carica di sindaco di Reggio, sulla quale le cosche avrebbero dato il benestare, liberò la carica di assessore regionale per Alberto Sarra, primo dei non eletti in quella tornata. Ma nella voluminosa e articolata ordinanza stilata dalla Procura di Reggio si trovano anche due politici di livello nazionale come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e l’attuale vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, i cui nomi finiscono assai spesso all’interno delle conversazioni intercettate tra i membri della Cupola e le varie consorterie criminali.