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Sono indagati per disastro doloso, omicidio doloso plurimo e lesioni volontarie Giovanni Vincenti e la moglie Antonella Patrucco. I due avrebbero organizzato l'esplosione della cascina di Quargnento per motivi economici: lui e la moglie erano fortemente indebitati e lo scorso agosto l'assicurazione dell'edificio era stata estesa al fatto doloso. Il massimale era di un milione e mezzo di euro. Lo ha spiegato il procuratore capo di Alessandria, Enrico Cieri, illustrando la svolta notturna dell'inchiesta sull'esplosione in cui tre vigili del fuoco hanno perso la vita nella notte tra il 4 e il 5 novembre. Giovanni Vincenti, in stato di fermo, avrebbe fornito una "confessione esaustiva e precisa", ha dichiarato il procuratore di Alessandria, precisando che l'uomo "poteva evitare la tragedia", che è avvenuta per un "errore di impostazione del timer". Durante l'interrogatorio, Vincenti ha affermato di aver avuto solo l'intenzione di arrecare danni alla cascina, senza volontà di ferire o uccidere. L'esplosione doveva essere una sola ma l'errore nella programmazione del timer, collegato alle sette bombole del gas, ha provocato la strage. La notte della tragedia Vincenti è stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato , ma non ha detto che all'interno della casa c'erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all'1, ci sarebbe stata mezz'ora di tempo per evitare la tragedia. Il ritrovamento del bugiardino del timer che ha innescato l'esplosione nella camera da letto di Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa a Quargnento, in provincia di Alessandria. Lo ha spiegato Michele Lo Russo, comandante del carabinieri di Alessandria.