La norma che elimina l'esame di stato e rende la laurea in medicina abilitante allo svolgimento della professione medica è stata inserita nel decreto "Cura Italia", ma nasce da lontano, in un periodo in cui il coronavirus ancora non era emergenza. La previsione che immetterà nel sistema sanitario nazionale in via automatica i diecimila iscritti a sostenere l'esame di stato nella prossima sessione, infatti, nasce da una interpellanza urgente proposta dalla deputata del Partito Autonomista trentino, Emanuela Rossini. La quale, a sua volta, ha raccolto la segnalazione di Alessandro Giovannini, uno studente del suo territorio di riferimento che sta completando gli studi in medicina a Verona. Nell'interpellanza urgente, in cui Rossini chiedeva al ministro dell'Università Gaetano Manfredi di "di superare il problema degli esami di stato di medicina e avviare la riforma della laurea in Medicina abilitante", la parlamentare ha confermato di aver raccolto  e dato voce alla proposta che lo studente le aveva avanzato nei mesi precedenti. "Alessandro mi ha chiesto di battermi per la laurea in medicina abilitante e dalla mia interrogazione al via libera nel decreto sono passate due settimane", ha spiegato al quotidiano il Trentino, "Saranno i giovani a farci uscire da questa crisi". "Mai avrei pensato che anche la mia piccola segnalazione alla parlamentare trentina di riferimento per la mia area politica potesse contribuire ad un traguardo così importante", ha commentato Giovannini. Complice l'emergenza sanitaria e i turni stremanti a cui è sottoposto il personale medico, soprattutto nelle aree più colpite dal coronavirus, l'interpellanza si è subito trasformata in norma nel decreto.

Non si tornerà indietro

Il ministro dell'Università Manfredi ha confermato che questa è si una misura assunta in periodo di emergenza, ma che non si tornerà indietro. "Con questo decreto abbiamo accorciato di nove mesi l'ingresso nel mondo del lavoro dei laureati in Medicina. Non si tornerà indietro, il bisogno di medici negli ultimi anni è diventato un'urgenza e l'emergenza epidemiologica ci ha fatto accorciare i tempi nello scegliere la soluzione giusta".