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Sono tempi sempre più duri per gli avvocati che difendono i consumatori, e in particolare i diritti dei passeggeri di aerei. La professione forense in questo settore è ormai diventata un dribbling tra diverse criticità, che rendono difficile anche il rapporto con il cliente, che spesso ha difficoltà a capire le ragioni degli ostacoli che si frappongono alla loro domanda di giustizia, come ricorda Angelo Sonnino, avvocato a Roma, specializzato nella tutela dei viaggiatori nei confronti delle compagnie aeree: «Spesso si prova imbarazzo di fronte ai clienti, ai quali è difficile spiegare le problematiche che si incontrano per vedere rispettati i diritti sanciti dal diritto comunitario, in particolare dal Regolamento Ue 261/ 2004, e soprattutto i lunghi tempi necessari».
Ma quali sono le principali criticità? «Innanzitutto è il comportamento delle controparti, ossia delle compagnie aeree, che tendono a rifiutare i risarcimenti, o comunque a procrastinarne la liquidazione – spiega Sonnino – contando sul fatto che i clienti danneggiati, dopo l’iniziale impegno a far riconoscere i propri diritti, tendono a dimenticare, o comunque a rinunciare, considerata la modestia degli importi, e visti i tempi lunghi. Questi ultimi sono poi un altro fattore che rende difficile la vita dell’avvocato, visto che ormai la soluzione della vertenza nel settore aereo difficilmente ha luogo prima di 1- 1,5 anni».
Un’altra difficoltà si è aggiunta recentemente, ed è l’obbligo del tentativo di conciliazione: «Purtroppo – ammette Sonnino – la prassi ha dimostrato che sono poche le istanze degli utenti che trovano soddisfazione tramite questa nuova procedura, che è propedeutica al ricorso alla giustizia ordinaria, e quindi, invece di svolgere una funzione deflattiva, la procedura conciliativa si risolve in un ulteriore ostacolo per il consumatore, e un’ulteriore perdita di tempo».
Una peculiarità del settore della tutela dei passeggeri è l’obbligo di rivolgersi a sedi dell’ufficio del giudice di pace, che sono piccole a fronte del numero di controversie, come sottolinea il professionista romano: «Tutti i passeggeri che partono da Fiumicino devono rivolgersi, in caso di controversia con la compagnia aerea, al foro di Civitavecchia, mentre quelli che usano Malpensa, devono fare riferimento alla sede giudiziaria di Busto Arstizio. Insomma, nonostante l’impegno dei giudici di pace, il loro ridotto numero, da una parte, e la mancanza di personale amministrativo, dall’altra, rende difficile una soluzione veloce alle liti, considerato soprattutto il loro elevato numero, che è determinato sia dall’importanza dei 2 aeroporti, sia dal comportamento di alcune compagnie aeree».
A proposito di questi comportamenti Sonnino ne segnala alcuni discutibili, soprattutto da parte di alcune linee aeree low cost: «Innanzitutto il tentativo, in occasione dei decreti ingiuntivi, di richiedere, da parte delle compagnie aeree, la preventiva istanza di conciliazione, nonostante la sentenza della Cassazione 8240/ 2020 ne negasse la propedeuticità per questi ricorsi, che non sono necessariamente basati sul contraddittorio. Ed in secondo luogo l’inserimento nelle condizioni contrattuali di una clausola vessatoria, secondo la quale il passeggero, in caso di controversa, si deve rivolgere al tribunale del paese del vettore aereo. Va detto però che ormai la maggioranza dei giudici di pace respingono questa eccezione proposta da alcune low cost». Questo stato di cose determina due conseguenze importanti. La prima è la consapevolezza che diversi operatori economici stranieri approfittano della lunghezza dei tempi della giustizia italiana per non riconoscere i diritti dei consumatori italiani, sebbene in passato non sono mancate le lamentele proprio per la lentezza dei processi nel nostro paese. La seconda, forse più grave, come dimostra la situazione delle vertenze in materia di traffico aereo, è che la normativa comunitaria, ossia il già citato Regolamento comunitario 261/ 2004, viene applicato in Europa a macchia di leopardo, ossia non tutelando in maniera omogenea i diritti dei cittadini comunitari.
A queste conseguenze si aggiunge un ulteriore effetto secondario: «Molte compagnie aeree pagano poco, e pagano tardi – conclude Sonnino - e il fatto che i compensi degli avvocati vengono sempre più ridotti dai giudici di pace ( almeno del 30% negli ultimi anni), costituisce un incentivo per i vettori aerei a continuare con questo atteggiamento poco rispettoso dei diritti dei consumatori».