Ora Trump vede la Casa Bianca: la Corte suprema Usa ha infatti bocciato la sentenza del Colorado che lo escludeva dalla scheda elettorale delle primarie nello stato per il suo ruolo nell’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2020.

"Il giudizio della Corte Suprema del Colorado non può essere confermato, tutti i nove membri della Corte condividono" questa opinione, si legge nella sentenza, che sottolinea quindi che la decisione di confermare l'eleggibilità dell'ex presidente è stata presa all'unanimità. Le primarie in Colorado si svolgono domani, nell'ambito del Super Tuesday. "Grande vittoria per l'America!!!", ha scritto a caratteri cubitali Trump sul social Truth.

"L'ex presidente Trump ha contestato la decisione del Colorado con diversi argomenti", è scritto nella sentenza, evidenziando che il motivo principale che ha spinto i giudici a bocciarla è che "la Costituzione affida al Congresso, piuttosto che agli Stati, la responsabilità di applicare la sezione 3 contro i funzionari federali e candidati".

Il riferimento è al fatto che l'ineleggibilità di Trump era stata sancita sulla base dell'interpretazione della sezione 3 del 14esimo emendamento, varata dopo la Guerra Civile per impedire agli ex leader della Confederazione, colpevoli di insurrezione, di tornare a candidarsi.

Con questa decisione della Corte sono destinate ad essere annullate le decisioni analoghe a quelle del Colorado prese dalle autorità elettorali del Maine e da un giudice dell'Illinois, che avevano accolto le istanze presentate da un movimento nato nei mesi scorsi per fermare la candidatura di Trump per il suo ruolo nell'insurrezione contro il Congresso.

La Casa Bianca e l’entourage del presidente Biden non hanno voluto rilasciare commenti sulla decisione presa all'unanimità dalla Corte Suprema degli Stati Uniti a maggioranza repubblicana.

Il 'no comment' - sottolinea la Cnn - riflette la strategia assunta di non commentare i casi legali in cui è coinvolto l'ex presidente. Comunque nei mesi scorsi Biden aveva detto che per lui andava "bene" che Trump rimanesse in corsa, sottolineando che la decisione spettava alla Corte.

Gli osservatori prevedono che Trump riuscirà a raggiungere il numero magico il 19 marzo, giorno in cui si voterà in Arizona, Florida (solo per i repubblicani), Illinois, Kansas e Ohio. Dal campo dell’ex presidente si afferma il traguardo potrebbe essere raggiunto già 12 marzo, quando si voterà in Georgia, Hawaii (solo caucus repubblicani), Mississippi e stato di Washington. Secondo lo stratega repubblicano Scott Reed, «il prossimo futuro della corsa sarà incentrato su come Trump tratterà Haley e i suoi sostenitori», che la repubblicana ha raccolto soprattutto tra moderati e indipendenti, sottolineando che se vuole «riunire il partito, deve trattare Haley con rispetto» che certo non sta riservando, come suo solito, ora l’avversaria che insulta con vari epiteti, l’ultimo «cervello di gallina».

In tutto domani sono in palio oltre un terzo del totale dei delegati, 874 di cui 169 solo in California che da quest’anno assegnerà tutti i delegati al vincitore se supera il 50%, abbandonando il sistema proporzionale. Molti altri degli stati in cui si vota domani hanno il sistema "winner-take- all”, cioè chi vince prende tutti i delegati, destinato a favorire Trump, il cui obiettivo è chiudere in fretta il capitolo primarie per dedicarsi alla campagna per novembre. «Gli elettori stanno dando vittorie nette al presidente repubblicano in ogni tornare e le primarie sono chiuse, il nostro focus ora è su Joe Biden e il voto di novembre», afferma il suo portavoce Steven Cheung.