«Ancora sappiamo troppo poco su quanto accaduto a Dallas, persino la Polizia non si sbilancia». Furio Colombo, uno dei più profondi conoscitori degli Stati Uniti, invita alla prudenza. Giornalista, scrittore, per molti anni corrispondente New York per la Stampa e Repubblica, Colombo non si fida ancora delle notizie che arrivano dagli States. «Per ora l’unica certezza è che la persona che probabilmente ha sparato è stata uccisa, attraverso l’espediente di un robot esplosivo, subito dopo il delitto. Esattamente come accadde all’assassino (uno solo?) di Jhon Fitzgerald Kennedy. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un solo “cecchino” subito eleminato.Cosa intende dire con questo parallelismo?Credo che alla fine della straordinaria epoca del primo presidente nero si stia creando una situazione di grande tensione negli Stati Uniti. C’è una grande rabbia in una certa America, come dimostra il linguaggio di Trump, che in qualche modo trova i suoi canali attraverso cui esprimersi. Bisogna tener presente un dato appena diffuso dall’Fbi: il numero di persone uccise negli Stati Uniti da terroristi americani è molto più alto del numero di americani uccisi da terroristi stranieri. È un dato è molto allarmante, perché mette in mostra delle crepe nel “muro americano” che non avevamo mai visto.Quanto peseranno queste crepe sulla campagna elettorale?Moltissimo. Ha presente quelle grandi masse di metallo pendolanti che vengono scagliate contro le facciate dei palazzi per abbatterli senza usare l’esplosivo. Ecco, questo pendolo potrebbe sbattere a sinistra come a destra. Personalmente credo che questa situazione rafforzi la destra violenta di Trump, perché guardo con una certa ansietà alla sproporzionata debolezza di Hillary Clinton, che non ha né la forza economica, né l’aggressività dell’avversario. Bisogna vedere cosa rimarrà in piedi dopo questo tumulto che attraversa le piazze d’America.Un tumulto che evidentemete covava durante gli otto anni di presidenza Obama...No, è il contrario. Questo tumulto è la vendetta della destra contro un Presidente nero che ha avuto pieno successo. Otto anni che lasciano l’America in ottime condizioni economiche, con un tasso di disoccupazione al 5 per cento - dunque al di sotto della soglia fisiologica - e senza alcun nuovo fronte di guerra aperto, così come aveva promesso. Io paragonerei solo a Franklin Delano Roosvelt. È riuscito a tenere unito il Paese e a impedire uno scontro bianchi/neri. Solo nell’ultimo periodo del suo mandato, quando si stava indebolendo come si indeboliscono tutti i personaggi che stanno per uscire di scena, una parte delle varie polizie ha cominciato a sparare sui neri.Dunque secondo lei non si tratta di episodi casuali ma di un’azione conspavole messa in atto da ambienti di polizia?Non può essere casuale. L’ultima vicenda di sangue, quella dell’uomo ucciso mentre estraeva il portafogli con accanto moglie e figlia, non può essere inserita in un contesto di emergenza o di tensione. Quella di sparare è stata una decisione calcolata.Dipinge un quadro inquietante...In passato, ai tempi di Rodney King (linciato dalla polizia di Los Angeles nel 1991), si è scoperto che gli agenti che lo avevano bastonato quasi a morte appartenevano a un circolo di poliziotti paranazisti che perseguivano la violenza sui neri. Un circolo fortunatamente individuato, processato ed espulso. Ma quell’episodio, che aveva portato all’incendio della città, è stato risolto da Bush padre destituendo radicalmente, dalla testa ai piedi, la polizia di Los Angeles e inviando guardie nazionali e soldati in città. Dunque, storie di questo genere sono già accadute, ma in un’America vastamente più equilibrata. Il questo momento invece ci sono due elementi che portano a un forte squilibrio tra cittadini e polizia: da un lato il terrorismo, che autorizza il poziotto ad essere tre volte più nervoso, dall’altro la tensione che la destra incosciente, violenta e falsa - molto simile a quella lepenista e a quell italiana - ha creato nei confronti degli immigrati. Donald Trum è il portatore malato, non sano, di questi sentimenti. Ha scaricato vagonate d’odio in giro per l’America. Ed è naturale che schizzi di quest’odio abbiano raggiunto molte parti deboli del corpo americano, creando punti infettivi abbastanza diffusi da generare gli episodi che stiamo commentando.Sta dicendo che all’interno della polizia americana c’è qualcuno che si sente autorizzato da Trump a sparare sulla popolazione nera?No, dico che qualcuno, all’interno delle forze di polizia, potrebbe appartenere a quei circoli di estrema destra che già sono stati individuati in passato.Una sigla ancora da verificare, il Black Power, ha rivendicato su Facebook l’uccisione degli agenti a Dallas. C’è il rischio di una reazione nera che vada nella direzione di una risposta armata organizzata come avvenne con le Black Panther in passato?Fatto salvo che sono lontano dall’America e certe cose si capiscono solo se si è sul posto, è altamente improbabile che si vada in quella direzione. Lo dimostra l’enorme maggioranza che ha sostenuto Martin Luther King a suo tempo.Forse, dopo 50 anni, qualcuno potrebbe pensare che l’opzione non violenta non sia più efficace?Mi sembrerebbe difficile che gruppi paramilitari siano nati proprio durante il mandato di un presidente nero.