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La rotta del Mediterraneo è diventata per rifugiati e migranti la più letale al mondo. Il tasso di mortalità tra i migranti che attraversano il mare dalla Libia verso l’Italia o Malta è più che raddoppiato lo scorso anno quando le missioni di ricerca e salvataggio navali sono state ridotte. Secondo il rapporto “Viaggi disperati” pubblicato ieri dall’Unhcr, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, sebbene il numero totale di morti nel Mediterraneo centrale si sia ridotto a meno della metà nel 2018 rispetto all’anno precedente, lo scorso anno c’è stata una morte per ogni 14 migranti che hanno attraversato questa rotta. Il tasso era uno su 38 nel 2017. In totale, rivela il rapporto, sono circa 2.275 le persone morte o scomparse attraversando il Mediterraneo nel 2018, nonostante il significativo calo del numero di arrivi nelle coste europee. Coloro che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare hanno perso la vita a un ritmo allarmante: una media di 6 vite è andata persa ogni giorno.
La ridotta capacità di ricerca e soccorso, ma anche i cambiamenti nelle politiche di alcuni Stati europei, hanno determinato questa condizione. D’altra parte, la guardia costiera libica ha decisamente intensificato le sue operazioni di iuntervento e soccorso in mare con il risultato che l’ 85% di chi parte viene riportato in Libia e rinchiuso nei centri di detenzione in condizioni terribili ( spesso senza acqua né cibo per giorni), luogo di epidemie.