Lo ha definito «il primo presidente ad aver ostacolato il trasferimento pacifico dei poteri», ha denunciato «la rete di bugie» che ha creato già prima delle elezioni del novembre del 2020 e lo ha accusato di mettere «il suo ego» al di sopra della democrazia, senza mai citarlo per nome. Nel suo discorso al Congresso, un anno dopo l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, il presidente americano Joe Biden non fa esplicitamente riferimento a Donald Trump, anche se buona parte del discorso di circa 25 minuti è stato dedicato proprio a lui. Biden lo definisce «non solo un ex presidente, ma un presidente sconfitto con un margine di oltre sette milioni di voti». L’assalto da parte dei sostenitori dell’allora presidente Donald Trump, fu una vera e propria «insurrezione armata»: la democrazia degli Stati Uniti ha oggi il compito di impedire che accada di nuovo, ma per «voltare pagina» deve evitare che la verità venga «insabbiata», ha sottolineato Biden parlando dalla National Statuary Hall nell'anniversario di quella giornata che costò la vita a cinque persone. «Per la prima volta nella nostra storia, un presidente non solo ha perso un’elezione, ma ha anche cercato di impedire il pacifico trasferimento dei poteri. Una folla violenta ha fatto irruzione nel Campidoglio. Ma ha fallito. Ha fallito. In questa giornata di commemorazione, dobbiamo assicurarci che un tale attacco non accada mai, mai più», ha affermato il capo della Casa Bianca. «La nostra democrazia ha tenuto. Noi, il popolo, abbiamo prevalso». Scene simili non si sono viste neanche durante «la guerra civile», ma «siamo in lotta per l’anima dell’America, vinceremo», ha ribadito Biden. «Ecco la verità: un ex presidente degli Stati Uniti d’America ha creato e diffuso una rete di bugie sulle elezioni del 2020. Lo ha fatto perché preferisce il potere ai principi. Perché vede il proprio interesse come più importante dell’interesse del suo Paese e perché il suo ego ferito conta più per lui della nostra democrazia o della nostra Costituzione», è stato l'affondo finale del presidente dem. «Siamo in un momento decisivo della storia, sia qui che all’estero, c’è una lotta tra democrazia e autocrazia. La Cina e la Russia, mi hanno detto che la democrazia è troppo lenta e scommettono che l’America diventerà come loro, scommettono che sarà un posto per autocrati, dittatori e uomnini forti, io non ci credo, non è quello che siamo noi», ha aggiunto Biden. Le sue parole sono state precedute da quelle della sua vice, Kamala Harris, secondo cui il 6 gennaio 2021 ha mostrato agli Stati Uniti che cosa accadrebbe se la democrazia venisse smantellata. «Abbiamo visto tutti che cosa sarebbe il nostro Paese se le forze che cercano di smantellare la nostra democrazia riuscissero nell’intento: l’illegalità, la violenza, il caos». «Quello che è in gioco, allora come oggi, è il diritto di decidere il nostro futuro, così come stabilito dalla Costituzione. Non possiamo lasciare che il nostro futuro sia deciso da chi cerca di silenziare le nostre voci, di invertire i nostri voti, di diffondere bugie e disinformazione».