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«Speranza, quando Fabio Fazio gli domandò sulle mancate vaccinazioni dei sanitari, disse "ho fiducia nella loro responsabilità". Mi pare evidente che quella fiducia è stata mal riposta: troppi sanitari rifiutano senza motivo il vaccino. Subito una legge a protezione dei pazienti». Lo scrive su Twitter il virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, Roberto Burioni. «I vaccini funzionano? Guardando Israele pare che funzionino benissimo, anche contro pericolosissime varianti. Quindi sbrighiamoci», aggiunge lo scienziato che già ieri scriveva: «Prima legge del nuovo governo: obbligo vaccinale per i sanitari». Secondo uno studio dell’Università Statale di Milano, svolto in collaborazione con SWG, tre italiani su 10 sarebbero scettici sul vaccino anti Covid. Il 12 per cento non è certo di volersi vaccinare e il 18 per cento lo ritiene poco probabile. La ricerca è stata condotta su 3milainterviste svolte nel periodo dal 21 al 31 dicembre. Tra gli italiani intervistati, 6 su 10 dichiarano di essere disponibili a vaccinarsi. Tra i più propensi a vaccinarsi troviamo gli anziani (75 per cento) e i giovani (67 per cento). Le loro motivazioni sono probabilmente differenti: gli anziani sono consapevoli di essere i più esposti agli esiti gravi della malattia; i giovani vogliono tornare alla vita normale e la vaccinazione può essere la soluzione. Oltre un 30 per cento di scettici, c’è anche un 6% che può essere fatto rientrare nella categoria No Vax, cioè quelli che non vogliono vaccinarsi perché contrari ai vaccini per principio. Molto più frequenti, 16%, le persone che non sono propense a vaccinarsi perché timorose degli effetti collaterali del vaccino. «Questo dato sottolinea la necessità e l’urgenza di una capillare campagna informativa sulla vaccinazione», commentano i ricercatori. Gli intervistati favorevoli all’introduzione dell’obbligatorietà per il vaccino anti Covid sono il 43 per cento e sopravanzano i contrari (30 per cento). Quando a mostrare scetticismo sono medici e personale sanitario, la questione si fa ancora più delicata. L’azione dei camici bianchi, soprattutto in tempi di coronavirus, «è rivolta alla società intera». Quindi «comunicazione e informazione diventano parte della cura», commenta Luigi Bagnoli, presidente dell’Ordine dei medici di Bologna tra i primi in Italia a prevedere sanzioni disciplinari (dalla censura fino alla radiazione) per i colleghi che si esprimono pubblicamente contro il vaccino anti-Covid. Per ora a Bologna «si contano sulledita di una mano» però «possono fare molto male lo stesso se sono molto attivi sui social». La linea senza sconti decisa dall’ordine dei medici di Bologna «è un modo per evitare che i medici no- Vax facciano proseliti, per cercare di mettere un freno a questo fenomeno prima che si diffonda e per richiamare tutti - sottolinea Bagnoli - a un modo corretto di parlare. Il medico è un uomo di scienza e deve esprimersi come tale». Consapevole delle possibili polemiche, il presidente dei medici bolognesi ragiona con il codice deontologico alla mano. Il medico deve attuare «un’informazione sanitaria accessibile, trasparente rigorosa e prudente - spiega - fondata su conoscenze scientifiche acquisite, Non deve divulgare notizie che alimentano aspettative o timori infondati o idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale». «I vaccini sono una pietra miliare della medicina», la base da cui partire. E nello specifico il vaccino anti Covid-19, «nelle sue diverse formulazioni rappresenta oggi, senza alcun dubbio, un’arma importantissima nella lotta alla pandemia da Sars-CoV-2 e nella ricerca di un nuovo equilibrio sociale, economico e sanitario», sottolinea l’Ordine bolognese. «La nostra iniziativa vuole rappresentare sia una rassicurazione» verso chi ha ancora timori a vaccinarsi ma anche un’azione «preventiva» per arginare l’eventuale diffusione di «informazioni non corrette scientificamente» ad opera dei no- Vax. «Occorre avere fiducia nella scienza, questo è il mio messaggio» conclude Bagnoli.