Trentotto di febbre e ossa rotte, soprattutto la paura, e poi la certezza, che la 'gripesinha', cioè l'influenzina da 65mila morti e oltre un milione e mezzo di contagiati solo nel 'suo' Brasile, potesse avere sfiorato anche lui. Jair Bolsonaro, o' presidente, in queste ore di attesa e di panico allo stato puro, prima di confermare la positività al virus, avrà riflettuto sulle frasi pronunciate qualche mese fa, quando in Europa il coronavirus era al culmine della sua virulenza e l'Italia era in ginocchio "perché è un paese di vecchi".

Quando disse: "Gli italiani muoiono di Covid perchè sono un popolo di vecchi"

Vecchi, gli italiani... Lui che, avendo un passato da atleta, poteva invece allegramente infischiarsene di distanziamento sociale e mascherine, tanto il Covid gli avrebbe fatto un baffo; lui che è rimasto a braccia aperte, come il Cristo del Corcovado, sperando nella negatività del tampone, perché altrimenti sarebbe stata una grana per la sua salute (ovvio) e una figuraccia per il suo precario standing politico.L'illusione che il potere, amministrato in maniera più o meno illuminata, possa garantire l'immunità da qualsiasi malattia è un concetto friabile e inconsistente.

Il precedente: Boris Johnson

Ne sa qualcosa Boris Johnson, prostrato dal coronavirus dopo che per un po', all'inizio, aveva respinto con spocchia l'ipotesi che la Gran Bretagna potesse essere contagiata. Così un giorno l'inquilino di Dowing Street si è trovato con i brividi addosso, febbre da cavallo, difficoltà respiratorie e un ricovero d'urgenza al St. Thomas Hospital di Londra, in terapia intensiva. "Ho rischiato di morire, mi hanno salvato i medici", ha poi dichiarato l'incauto Boris, che aveva deciso di dichiarare guerra al coronavirus con la macabra storia dell'immunità di gregge, salvo poi coniare lo slogan #StayHomeSaveLife. Slogan che non ha preservato l'ormai vetusto Carlo d'Inghilterra dal contagio, così come Alberto di Monaco, meno vetusto ma cagionevole di salute, un altro reale messo a nudo dal virus.E Trump? Già, Trump. Al di là dell'anedottica su alcune uscite fuori porta e fuori logica - le iniezioni di disinfettante e di candeggina, impossibile dimenticare; l'esposizione a raggi ultravioletti, per "farlo seccare": anche qui 'unforgettable' - anche The Donald ha vissuto attimi di batticuore quando ha saputo che un componente della delegazione brasiliana in visita a Washington, ospitata nella tenuta di Mar-a-Lago, in Florida, era risultato positivo. Si mossero le ambasciate e, se test fu fatto al presidente Usa, non venne pubblicizzato. Mica come Nicola Zingaretti e il suo aperitivo sui Navigli che gli è costato positività e quarantena. Ma quello del segretario dem fu un errore di superficialità non di presupponenza. di Vittorio Oreggia