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In this photo provided by the Ukrainian Presidential Press Office, Ukraine's President Volodymyr Zelenskyy, right, and President Donald Trump, talk as they attend the funeral of Pope Francis in Vatican, Saturday, April 26, 2025.(Ukrainian Presidential Press Office via AP)
Magicamente, dopo il sofferto sì di Kiev all’accordo con gli Usa per lo sfruttamento delle sue preziosissime terre rare, si sono riaperti i rubinetti degli aiuti militari all’Ucraina. Mettendo le mani sui giacimenti ucraini l’amministrazione Trump rinuncia al risarcimento di cento miliardi di dollari che aveva preteso da Kiev per ripagare il sostegno militare offerto all’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa.
Appare evidente che la versione finale dell’accordo è molto più favorevole a Kiev rispetto alla bozza iniziale: nessun obbligo di rimborso per gli aiuti militari pregressi, nessuna esclusiva per le aziende statunitensi e nessuna clausola che possa ostacolare l’integrazione europea.
Gli Stati Uniti si garantiscono così una corsia preferenziale per accedere alle risorse minerarie dell'Ucraina, che è potenzialmente uno dei primi dieci paesi al mondo per le ricchezze del sottosuolo e che accoglie il 5% del patrimonio di minerali rari del pianeta. L'Ucraina è ricca di titanio, litio, berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, grafite, apatite, fluorite e nichel. Nonostante la guerra, il paese possiede le riserve di titanio in Europa (il 7% delle riserve mondiali): il titanio è fondamentale per l'industria militare, aerospaziale, medica, automobilistica e marittima. L'Ucraina manterrà la proprietà delle risorse, ma i ricavi derivanti dalla loro estrazione e vendita saranno condivisi attraverso royalties e accordi di produzione.
L'accesso alle risorse minerarie ucraine consente agli Stati Uniti di ridurre la dipendenza dalla Cina, che attualmente domina il mercato delle terre rare, rafforzando la posizione americana nella competizione tecnologica globale.
Dopo l’umiliazione di Zelensky nello studio ovale e le intese a tutto campo tra Washington e Mosca, per la prima volta da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, Kiev può respirare: non solo i miliardi di dollari Usa ma anche un messaggio da mandare alla Russia: gli Stati Uniti non hanno abbandonato l’Ucraina.
Certo, la condizione principale per mettere in atto l’accordo è la fine della guerra e il ritiro dei militari russi. II problema è capire quanti territori Kiev è disposta a cedere considerando che ha sempre rivendicato una “pace giusta” diversa da una resa totale ai desideri di Vladimir Putin. Su questo punto Trump e la sua amministrazione hanno fatto capire che non innalzeranno barricate, al contrario a più riprese ha dichiarato che l’Ucraina dovrà rassegnarsi a cedere territori, senza dubbio la Crimea e probabilmente diversi oblast nell’est del Paese.
Sebbene l'accordo non preveda garanzie di sicurezza dirette, l'impegno economico degli Stati Uniti potrebbe fungere da deterrente per ulteriori aggressioni russe, rafforzando la posizione difensiva dell'Ucraina.
Secondo il Washington Post, Zelensky non è riuscito a ottenere l'inserimento esplicito di garanzie di sicurezza, ma il testo contiene il riferimento ad un “allineamento strategico a lungo termine” tra i due paesi e vincola gli Usa al “sostegno per la sicurezza dell'Ucraina, alla prosperità, alla ricostruzione e all'integrazione nel sistema economico globale”. L’accordo non menziona la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che la Russia controlla dal 2022. Gli Stati Uniti hanno proposto di acquisire la gestione dell'impianto alla fine della guerra.
I premier ucraino, Denys Shmyhal, ha spiegato che l’accordo non viola la legislazione nazionale. Parlando in Parlamento, il capo del governo ha spiegato che l’accordo non è in contraddizione «con la sovranità o le leggi ucraine», nè tantomeno «con gli obblighi relativi all’integrazione europea».
Da parte sua la ministra della Giustizia, Olga Stefanishyna, ha spiegato che, in punto di diritto, «nel caso di conflitto tra un trattato internazionale e la legislazione nazionale, il trattato è sovraordinato». La normativa ucraina relativa ai trattati stabilisce che «se un trattato internazionale ratificato dal Parlamento richiede modifiche legislative, queste modifiche vengono adottate simultaneamente alla approvazione della legge di ratifica da parte del Parlamento».