Ballottaggi da rifare. La Corte costituzionale austriaca ha annullato l'esito delle elezioni presidenziali, tenute il 22 maggio scorso. A ricorrere era stato il Partito della Libertà, di estrema destra. Gli elettori saranno, quindi, richiamati alle urne e i due candidati a succedere all'attuale presidente Heinz Fischer, saranno l'ecologista Alexander van der Bellen e Norbert Hofer del partito nazionalista Fpoe. Quest'ultimo aveva vinto il primo turno ma era stato costretto a cedere nel ballottaggio per soli 30.863. A determinare la vittoria del Verde erano stati i voti giunti per posta, circa 700.000. Il Partito della Libertà aveva fatt ricorso denunciando "un numero robusto di irregolarità", tra cui, a suo dire, decine di migliaia di schede aperte prima di quando fosse consentito e un conteggio spesso effettuato da persone non autorizzate a svolgere questo compito. Immediata è stata la reazione di Norbert Hofer, il candidato presidenziale ultranazionalista: ""Vi furono manipolazioni, vi furono persone che contarono da sole i voti, e ciò che queste persone hanno fatto non lo so e non spetta alla Corte costituzionale saperlo". Gravi irregolarità, secondo i giudici, si sono verificate proprio nel conteggio dei voti postali in 14 dei 20 collegi elettorali e il numero delle schede contestate supera la differenza di voti tra i due candidati. La decisione della Corte apre un vuoto di potere, che dall'8 luglio in poi, quando Heinz Fischer lascerà la presidenza, sarà colmato dai tre presidenti del Parlamento, tra i quali vi è lo stesso Hofer, che promette un atteggiamento imparziale. "Eserciterò la mia funzione -ha detto- senza tenere in conto gli interessi dei diversi partiti politici". L'ondata nazionalista in Austria si era fatta sentire in modo forte nella fase in cui tra Vienna e Roma si cercava di definire la questione dei confini, che l'Austria aveva minacciato di blindare per rispondere all'emergenza profughi. La crisi dei migranti ebbe un ruolo decisivo nella campagna elettorale: circa 90.000 persone hanno chiesto asilo in Austria nel 2015, più dell'1% della popolazione. Per la prima volta dalla fine della II Guerra Mondiale i candidato non appartenevano a nessuno dei grandi partiti politici tradizionali, i socialdemocratici e i conservatori.