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Alla fine non ce l’ha fatta, come era prevedibile e come purtroppo avevano indicato i medici che l’avevano in cura: troppo anziana e fragile. Clare Nowland, la donna australiana di 95 anni colpita con il taser (la pistola che spara scariche elettriche) da un agente di polizia nella hall di una casa di riposo e cura è deceduta. A dare la notizia per primo è stato il quotidiano britannico Guardian. Ricapitoliamo i momenti cruciali di questa grottesca tragedia che ha scosso a fondo l’opinione pubblica australina riaprendo il dibattito sui metodi spicci della polizia: la settimana scorsa, la polizia era stata chiamata dal personale della casa di curaziani Yallambee Lodge (Nuovo Galles del sud) perchè l’anziana, affetta da demenza, era in uno stato di alterazione e maneggiava un coltello da bistecca che aveva rubato in cucina minacciando i paramedici e gli altri pazienti.
Ma non sembrava affatto in grado di far del male a qualcuno considerando che era alta 1,57 cm, che pesava appena 43 chili e che poteva camminare soltanto con l’aiuto del deambulatore. Poteva insomma essere contenuta senza grande sforzo da degli agenti addestrati. Eppure uno di loro ha perso la testa e ha utilizzato il taser, la pistola elettrica, per fermarla. Ma i danni sono stati decisamente superiori alle intenzioni: nella caduta Clare
Nowland ha riportato una frattura del cranio e un’estesa commozione cerebrale, una condizione che alla sua età equivale a una sentenza di morte. La polizia del Nuovo Galles del sud ha riferito ai media locali che la donna è morta ieri sera «circondata dalla famiglia e dai propri cari»
L’agente senior Kristian White, 33 anni, è adesso accusato di tre distinti reati: di aggressione con danni fisici effettivi, aggressione comune e per aver incautamente causato gravi ferite, reati che possono comportare una pena massima di 10 anni di carcere. L’agente dovrà inoltre comparire davanti al tribunale locale di Cooma, la cittadina a un centinaio di chilometri dalla capitale Canberra dove sono accaduti i fatti.