Sempre più giovani e laureati italiani scelgono di vivere all’estero, mentre diminuiscono le immigrazioni nel nostro Paese, con un calo soprattutto degli arrivi dal continente Africano. È il quadro fornito dal rapporto Istat 2018 sull’immigrazione, basato sul numero di scrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente.

Nel 2018 il volume complessivo delle cancellazioni anagrafiche per l’estero è di 157 mila unità, in aumento dell’ 1,2% rispetto all’anno precedente. Di queste, quasi tre su quattro riguardano emigrati italiani ( 117 mila, + 1,9%): negli ultimi 10 anni hanno lasciato il nostro Paese 182 mila laureati, 29 mila solo nell’ultimo anno, a cui si aggiungono 33 mila diplomati.

Se si considera il livello di istruzione posseduto al momento della partenza, infatti, nel 2018 più della metà dei cittadini italiani che si sono trasferiti all’estero è in possesso di un titolo di studio medio- alto, e quasi tre su quattro hanno un’età media di 25 anni. In questa fascia d’età, si legge ancora nel rapporto, si riscontra una lieve differenza di genere: nel 2018 le italiane emigrate sono circa il 42% e di esse oltre il 35% è in possesso di almeno la laurea, mentre, tra gli italiani che espatriano ( 58%), la quota di laureati è pari al 30%.

Se si considera il numero dei rimpatri ( iscrizioni anagrafiche dall’estero di cittadini italiani), pari a 47 mila nel 2018, il calcolo del saldo migratorio con l’estero degli italiani ( iscrizioni meno cancellazioni anagrafiche) restituisce un valore negativo di 69.908 unità. Si tratta soprattutto di flussi provenienti da paesi che sono stati in passato mete di emigrazione italiana, con in testa Brasile e Germania.

Per quanto riguarda invece i dati sull’immigrazione degli stranieri in Italia, le iscrizioni anagrafiche dall’estero nel 2018 sono circa 332 mila, per la prima volta in calo rispetto all’anno precedente (- 3,2%) dopo i costanti incrementi registrati tra 2014 e 2017. Nettamente in diminuzione, anche se consistenti, le immigrazioni provenienti dall’Africa: si rileva una variazione positiva rispetto all'anno precedente soltanto per il Marocco, con un aumento del 9%.

La destinazione dei migranti nel Paese di accoglienza dipende da diversi fattori e risulta strettamente connessa al motivo dell’ingresso nel nostro Paese: l’offerta di lavoro, la qualità della vita, e il ricongiungimento con familiari. Anche la posizione geografica della regione o della provincia di insediamento può condizionare la scelta, ad esempio le province in cui sono presenti centri di accoglienza per i richiedenti asilo e protezione umanitaria sono state interessate dai flussi migratori dell’emergenza più di altre.

Nel 2018 la principale regione di destinazione delle iscrizioni dall’estero è, in termini assoluti, la Lombardia che, da sola, accoglie il 20% dei flussi. Alcune regioni del Mezzogiorno risultano attrattive, almeno per A questa analisi fa da specchio il tasso di benessere rispetto alla qualità della vita rilevato nel Nord del Paese: Milano si conferma per il secondo anno consecutivo come miglior città in cui vivere secondo l’indagine 2019 del Sole 24 ore.

Lo studio, che misura il benessere nelle province e nelle città metropolitane italiane in base a 90 indicatori, evidenzia anche i primati delle province autonome di Trento, Bolzano e Aosta, mentre Caltanissetta si posiziona all’ultimo posto della classifica.