La delazione ha trovato una nuova alleata e una nuova app. L'alleata si chiama Chiara Appendino, la app l'ha pensata per colpire spacciatori e microcriminalità. Basta scaricarla sul telefonino e, appena si vede qualcosa che non torna, si clicca sull'iconcina e parte la segnalazione alla questura. Tutto questo, ci tiene a precisare la sindaca sceriffa di Torino, mantenendo il più totale anonimato. Cosa peraltro non vera visto che a mandare la segnalazione sarà sempre e comunque una app collegata a un numero telefonico.Dopo qualche settimana in cui Appendino sembrava il volto nuovo del Movimento Cinque stelle, capace di interpretare la voglia di cambiamento ma senza scadere nei tic dei grillini, ha pensato bene di chiarire la cose. Lei resta pur sempre una sindaca a Cinque stelle, tutta giustizialismo, onestà e scie chimiche. Dopo le sparate su dieta vegana e onde nocive del wi fi, ecco la nuova frontiera di Appendino: la sicurezza interpretata come se si fosse nel far west. Ma invece dei famigerati manifesti con scritto "wanted", con la taglia messa in grande evidenza, qui basta una modernissa e fichissima app per raggiungere lo stesso scopo: la delazione, il giustizialismo, l'uso dei cittadini come se fossero poliziotti. Nella società del controllo, dove tutti sono contro tutti, questa però ci mancava: la delazione 2.0. Nel frattempo, in Parlamento, il Movimento cinque stelle ha detto di voler votare a favore della depenalizzazione della cannabis, cioè l'esatto opposto della denuncia e della criminalizzazione del piccolo spaccio, quello che finirebbe nelle grinfie della sindaca di Torino. Il sospetto è che anche sulla cannabis i Cinque stelle si muovono più che altro per dare fastidio al governo, senza molta convinzione sulla depenalizzazione. Ma, qualsiasi siano le ragioni degli uni e della sindaca sceriffa, non sembra una pretesa assurda chiedere che, almeno, si mettano daccordo.