Potere rosa. Una nuova Lady entra oggi a Downing Street. Se sarà di ferro come Margareth Thatcher lo scopriremo nei prossimi anni, intanto però Theresa May è riuscita a diventare il capo del partito conservatore e di conseguenza da oggi guiderà il governo britannico succedendo al dimissionario David Cameron. Con la Thatcher la May ha tante analogie, dalla determinazione alla provenienza da un circuito più popolare rispetto ai tanti leader conservatori di classe alta e studi prestigiosi (anche lei è stata a Oxford, ma con la borsa di studio), ed è già stata il più longevo ministro dell’interno inglese. Avrà il difficile compito di gestire l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, salvaguardando gli interessi inglesi. Di fronte si troverà molti uomini non troppo teneri verso Londra dopo il caos che la Brexit ha generato, ma soprattutto un’altra donna, forse la più potente del mondo (per ora): Angela Merkel. La Merkel dal 2005 è cancelliere della Germania, la prima potenza economica europea. È stata la prima donna ad accedere a questa funzione nella storia del Paese, ed è stata rieletta per ben tre volte, con il mandato attuale che scade l’anno prossimo. Se le donne al potere nel mondo oggi non sono tantissime, forse persino qualcuna in meno di qualche anno fa, però d’altro canto non si può negare che abbiano un certo peso, se è femminile il volto di chi governa Gran Bretagna e Germania nell’attesa di accogliere nel club la prima presidente donna degli Stati Uniti, Hillary Clinton. La vittoria della Clinton alle elezioni presidenziali di novembre non si può certo dare per scontata, ma lei che alla Casa Bianca c’è già stata da first lady e che ha governato la politica estera della prima potenza mondiale, la strada per raggiungerla la conosce bene. Per quanto tutto sia possibile, inutile negare che non sarebbe una sorpresa se dopo il primo presidente nero a Washington vedessimo la prima presidente donna della maggior potenza mondiale. Ci sono poi altre donne in posizioni chiave: a partire dalla regina Elisabetta (che è capo di Stato non solo della Gran Bretagna ma ancora di diversi Paesi del Commonwealth) e da alcune sue “colleghe”; e poi Federica Mogherini, rappresentante europea per la politica estera e di difesa. In Europa comunque ci sono intanto altre donne nelle più alte cariche di diversi Paesi. In Croazia la conservatrice Kolinda Grabar Kitarovic è stata eletta presidente col suffragio universale nel gennaio 2015. In Lituania Dalia Grybauskaite ha lasciato la sua carica di commissario europeo per diventare presidente nel maggio 2009. Anche la presidente di malta è una donna, Marie-Louise Coleiro Preca, seconda a ricoprire quest’incarico. Erna Solberg invece ha vinto le elezioni in Norvegia e dal settembre 2013 ricoprire l’incarico di primo ministro. E persino nella Polonia conservatrice, il premier espresso dal partito più conservatore, il Pis, è la signora Beata Szydlo, dal novembre 2015.Anche nel resto del mondo non mancano governanti rosa. In Africa c’è Ellen Johnson Sirleaf che è stata la prima presidente eletta in un paese del continente, la Libera nel 2005 e di nuovo nel 2011. L’hanno seguita Ameenah Gurib-Fakim presidente a Mauritus da giugno 2015, e Saara Kuugongelwa-Amadhila premier della Namibia da marzo 2015. In America, aspettando la Clinton e dopo che è stata sospesa tramite impeachment Dilma Rousseff in Brasile, l’unica presidente donna è Michelle Bachelet rieletta nel 2013 dopo che aveva perso le elezioni precedenti da presidente in carica. Anche le Isole Marshall in Oceania sono governate da Hilda Heine. In Asia anche un Paese islamico e conservatore come il Bangladesh ha come premier la signora Sheikh Hasina Wajed, e persino il capo dell’opposizione è una donna. A Taiwan Tsai Ing-wen, accademica, ha vinto l’elezione diretta. In Corea del Sud presidente è la signora Park Geun-Hye, mentre il Nepal, da pochi anni diventato repubblica, ha alla presidenza dal 2015 Bidhya Bhandari. C’è poi il caso di due donne di primissimo piano cui per diversi motivi è negata la possibilità di governare ma che comunque hanno un ruolo di primissimo piano. In Birmania Aung San Suu Kyi non può diventare presidente a causa delle leggi della giunta militare che con anni di lotta pacifica ha contribuito a scardinare: la Nobel per la pace però è di fatto il capo del governo. In India ora sono al potere i nazionalisti, ma il Partito del Congresso a lungo maggioritario è guidato dall’italiana Sonia Gandhi, che non ha mai potuto assumere ruoli diretti di governo perché non è indiana, ma di fatto ha gestito a lungo il potere.Insomma, le donne al potere sono un fatto abbastanza comune, almeno in certe aree. Ma già nel passato il ruolo delle donne di potere è senz’altro da rimarcare. Senza risalire alle Elisabetta I o Vittoria d’Inghilterra, alle zarine russe, a Maria Teresa d’Austria e alle regine di Francia, basterebbe ricordare qualche nome di grandissimo peso: Margareth Thatcher in Gran Bretagna, Evita Peron in Argentina, Indira Gandhi in India, Golda Meier in Israele. Tutte donne che hanno mostrato persino con durezza la loro determinazione e le loro qualità. All’elenco poi va aggiunta Benazir Bhutto, leader del Partito popolare pakistano e due volte primo ministro, morta assassinata nel 2007.