Le “linee guida” del neo presidente della Commissione antimafia Nicola Morra hanno suscitato, come era facilmente prevedibile, una ridda di polemiche. In particolare, l’idea di istituire il ‘ bollino blu’ per gli iscritti ai vari Ordini professionali, specie per gli avvocati. Scopo del ‘ bollino blu’, secondo Morra, sarebbe quello di agevolare il riconoscimento dei professionisti che durante la propria attività non hanno subito contaminazioni da parte della criminalità organizzata, garantendo così “un controllo di filiera etica che possa rappresentare una certificazione di moralità”. L’idea del marchio di qualità per le professioni ( ma anche l’istituzione di una Commissione ad hoc sulla Trattativa Stato- mafia o sulla massoneria, ndr) era stata lanciata l’altro giorno da Morra durante una conversazione con l’Ansa. Nulla di ufficiale, quindi.

Tesi, quella della non ufficialità, che è stata confermata dall’onorevole pentastellato Davide Aiello, componente della Commissione antimafia. Aiello, in un colloquio ieri con il Dubbio, ha affermato «che il tema del ‘ bollino blu’ non è stato oggetto di discussione in Commissione».

«La Commissione antimafia, ad oggi, si è riunita una sola volta e non si è mai fatto cenno a questo bollino», ha precisato Aiello, smorzando quindi sul nascere le polemiche.

Archiviato il “bollino blu” si è però subito aperto un nuovo fronte. «Siamo tutti sospettati e attenzionati, a partire dal sottoscritto», ha affermato Morra ad un giornalista del Foglio che gli chiedeva ieri delucidazioni su una sua dichiarazione a proposito di Sandra Lonardo, moglie di Clemente Mastella e componente della Commissione antimafia, che a causa delle sue vicissitudini giudiziarie ( da cui è stata assolta, ndr) avrebbe dato adito a sospetti preventivi. Ad intervenire è stato nuovamente l’onorevole forzista Pierantonio Zanettin, avvocato, che per primo si era espresso a proposito del “bollino”. «Non voglio fare polemiche dirette con il presidente Morra – ha dichiarato il parlamentare azzurro - ma in tutta coscienza non vedo motivo per essere “attenzionato”, né “sospettato”, per il solo fatto di essere componente della Commissione antimafia». «Faccio politica con la massima trasparenza. Dal 1986 al 1993, anni difficili, come tutti possono immaginare, sono stato consigliere di Amministrazione delle più importanti aziende municipalizzate della mia città, Vicenza, senza essere mai sfiorato da una inchiesta penale», ha aggiunto Zanettin. «Sono stato componente del Csm, gestendo, in qualità di relatore, credo con competenza e professionalità questioni assai delicate. Non vedo di cosa potrei ora essere ' sospettato'. Mi pare che questa Commissione antimafia sia partita davvero male» .