PHOTO «Ai giovani racconto chi era mio padre, Libero Grassi»
«Libero Grassi non ammetteva di essere insensibile a migliorare il posto in cui viveva. Negli anni Settanta era stato nel consiglio di amministrazione dell’azienda del gas, come espressione del Partito repubblicano, di cui era militante: fece una grande battaglia contro la lobby dei bombolari perché il servizio fosse esteso anche ai quartieri popolari». Lo ha detto, in un’intervista a Repubblica, Davide Grassi, figlio dell’imprenditore catanese, ucciso dalla mafia il 29 agosto 1991, a Palermo. «Poi, da imprenditore era arrivato a dare lavoro a 120 dipendenti, una grande soddisfazione per lui che veniva da una famiglia catanese che aveva molto lavorato nel settore tessile».
«La lotta alla mafia deve essere una priorità»
«Non provo più rabbia per quei silenzi - ha aggiunto - penso che mi hanno consentito di capire esattamente Palermo. E, oggi, mi rendo conto che il silenzio della politica sulla mafia che si riorganizza rischia di essere pericoloso, in un momento in cui stanno per arrivare i soldi del Recovery fund. Il tema della lotta alla mafia dovrebbe essere una priorità». Che città è diventata Palermo? «Ha ancora molte zone grigie. Per fortuna, però, molte altre sono diventate bianche. Altre, nere. Mi ha colpito il fenomeno degli spaccaossa: ci sono persone disposte a farsi fratturare una gamba o un braccio per una manciata di soldi».
«Un parco intitolato a Libero Grassi»
«È importante ricordare e raccontare alle giovani generazioni chi era Libero Grassi. In questa nostra Italia, purtroppo, continuano ad esserci morti di mafia noti e altri meno noti. Chissà poi perché. Anche per ricordare nel modo più giusto Libero Grassi speriamo che possa essere realizzato al più presto il parco intitolato a mio padre, un’area di 11 ettari che si apre sulla costa sud di Palermo, ad Acqua dei Corsari. Il Comune ha avviato la gara per la bonifica dei luoghi, l’associazione nata per riqualificare la zona ha lanciato un concorso internazionale di idee. Il progetto vincitore verrà donato al Comune. Così, finalmente dopo tanti anni, Palermo ricorderà in modo concreto l’uomo che voleva rendere migliore questa città».