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Altri due morti sul lavoro nelle ultime ventiquattro ore. In provincia di Milano un ragazzo di 23 anni di origini egiziane è morto, caduto in compattatore, venerdì sera mentre lavorava in un’azienda che si occupa di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali a Cusago, in provincia di Milano. L’ultimo operaio a perdere la vita ha anche lui 23 anni, si chiamava Manuel Cavanna ed era della provincia di Arezzo. Il giovane è morto dopo essere stato colpito da un pesante tubo caduto da un rimorchio a Montepulciano. In questo clima Cgil e Uil sono scesi in piazza a Roma con lo slogan “Adesso basta” per la sicurezza sul lavoro, il diritto alla cura, la riforma del fisco e la tutela dei salari. Secondo i sindacati alla manifestazione avrebbero aderito 50mila persone, giunte da tutt’Italia. Tra gli striscioni presenti nel corteo, anche uno con scritto: «la guerra uccide, il lavoro pure». Alcuni partecipanti hanno intonato “Bella ciao”. E poi ancora diversi cartelli: tra questi «lavorare per vivere, non per morire» e «basta morti sul lavoro, fermiamo la strage». Alcuni partecipanti, con strumenti musicali al seguito, hanno suonato «Ma il cielo è sempre più blu» di Rino Gaetano.
Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha detto: «C’è un governo che impedisce di manifestare e vuole controllare ciò che si dice e che si fa. Quando metti in discussione questo diritto, metti in discussione la democrazia», ha aggiunto Landini per il quale questo esecutivo «non vuole governare, ma comandare». «Il diritto a manifestare non può essere sostituito dal diritto a caricare chi protesta. Lo dico anche per il diritto al lavoro dei poliziotti che sono lavoratori come noi: la responsabilità è di chi dà quegli ordini», ha detto il segretario. Il governo guidato da Giorgia Meloni «vuole costruire un regime» e «noi siamo in piazza» anche perchè «stiamo difendendo la nostra democrazia, nata dalla resistenza e prevista dalla nostra Costituzione». Il segretario Cgil ha aggiunto: «Per noi la battaglia contro l’autonomia differenziata è una battaglia fondamentale e siamo pronti a contrastarla con qualsiasi strumento che la democrazia ci mette a disposizione». Bisogna «rilanciare le politiche di investimenti e industriali. La logica con cui il governo sta privatizzando non va bene», in quanto «noi abbiamo bisogno di investire in settori strategici per il Paese, di creare lavoro e dare futuro al Paese. Per questo c’è bisogno di una politica industriale degna di questo nome».
Anche il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, è andato giù duro: «Se fate riforme e non ci mettete soldi quelle riforme sono frottole. Stamattina c’è stata l’ultima morte sul lavoro: non avete una coscienza se non intervenite sulle morti sul lavoro. Questa piazza non ne può più di pagare le tasse attraverso l’Irpef di lavoratori e pensionati. Fatele pagare a chi non le ha mai pagate. Certo, è complicato se fate condoni. Ne avete fatti 20 da quando è iniziato questo governo. E a pagare poi sono sempre gli stessi».