È un via vai di navi umanitarie nel Mediterraneo, in questi giorni più che mai teatro di scontri tra l’Italia e l’Europa per l’emergenza migratoria. Nella giornata di ieri 15 dei naufraghi che si trovavano a bordo della Open Arms hanno lasciato il Paese per raggiungere la Spagna, mentre gli altri profughi soccorsi in mare si trovano ancora al centro di accoglienza di Lampedusa, in attesa della ridistriduzione tra gli altri 4 paesi europei: Francia, Germania, Portogallo e Lussemburgo. A farsi carico dei 15 è stata la nave militare spagnola Audaz, giunta sulla costa siciliana dopo quasi tre giorni di navigazione. La nave infatti era stata inviata da Madrid per soccorrere la Ong spagnola e trasferire i migranti al porto di Minorca, proprio nelle ore in cui il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, sbloccava lo stallo disponendo il sequestro e quindi l’evacuazione immediata delle 83 persone ancora a bordo della nave.

Ma mentre proseguono le indagini sul caso della Open Arms, con la nave sottoposta a fermo a Porto Empedocle, torna a solcare le acque del Mediterraneo l’imbarcazione principale del progetto Mediterranea Saving Humans, la Mare jonio, che giovedì sera ha lasciato il porto di Licata per tornare a «monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani e, laddove ci siano persone in pericolo, a salvare vite», come ha annunciato su twitter la stessa organizzazione.

La nave era sotto sequestro probatorio da più di due mesi dopo che lo scorso maggio aveva salvato 59 migranti sbarcati sempre a Lampedusa. Restituita al suo equipaggio di mare e di terra dalla Procura di Agrigento, che ne ha disposto il dissequestro, è partita per una nuova missione insieme alla Ong tedesca Lifeline che supporta le operazioni con un piccolo veliero registrato ironicamente con il nome di Matteo S. «La nostra missione è quella di essere là dove bisogna essere», spiega il capo missione Luca Casarini, proprio mentre il ministro degli Interni accende la polemica dal suo profilo Facebook: «Dopo due mesi di sequestro, torna incredibilmente in acqua la nave dei centri sociali, con l’ex animatore dell’osteria ’ Allo sbirro morto’ e compagni! Spero che nessuno pensi a un governo dei porti aperti... Mai col Pd!».

Se lo scenario politico interno in tema di migrazioni si fa sempre più incerto inseguito alla crisi di governo, da Malta arriva l’apertura alla crisi della Ocean Viking che dopo quasi due settimane di attesa al centro del Mediterraneo ha trovato un porto sicuro per i 356 migranti a bordo. «Entro poche ore sbarcheremo a Malta. «È gioia sulla Ocean Viking» spiega Luca Pigozzi, medico di Medici senza Frontiere a bordo della nave, che però sottolinea: «per 14 giorni siamo stati in mare senza che nessuno si prendesse cura delle 356 persone soccorse e questo rimane sicuramente una vergogna».