Gentile onorevole Provenzano, mi permetta una piccola controreplica.

Prima di tutto le chiedo: non crede che lei e i suoi colleghi della Commissione Antimafia dovreste trovare un minuto – uno solo – per esprimere solidarietà a Damiano Aliprandi, la cui limpidezza e preparazione è fuori discussione? Come sa, non solo il nostro Damiano è stato intercettato - altro che Paragon - ma, come se non bastasse, quella intercettazione coperta da segreto istruttorio è finita dritta, dritta sulle scrivanie della redazione di Report. E, fossi in lei, chiederei chiarimenti a Report che ha accostato la sua intervista a un’operazione giornalistica così “spregiudicata”.

In secondo luogo – e qui entriamo nel vivo – se il tono del mio articolo le è parso duro, le assicuro che quella durezza era direttamente proporzionale alla gravità delle questioni in gioco: minimizzare “Mafia-appalti” per seguire fantomatiche ma seducenti “piste nere” - insomma, un certo antifascismo di maniera applicato all’antimafia - è una gravissima sottovalutazione che rischia di portarci fuori strada.

C’è un cono d’ombra, onorevole, una rimozione selettiva che si sta abbattendo sul dossier “mafia e appalti” – il quale, piaccia o no, resta la chiave oscura ma necessaria per comprendere la stagione delle stragi degli anni Novanta. L’ipotesi che una battaglia di bandiera – politicamente utilissima per qualcuno – finisca col sacrificare la chiarezza e l’equilibrio di una Commissione che dovrebbe servire alla verità, e non alla propaganda, è un rischio che non possiamo correre. E se avrà la pazienza di leggere Il Dubbio anche nei prossimi giorni, scoprirà che la sua lettura di “mafia-appalti” è assai riduttiva.

Infine, e concludo: se il suo partito, se il Partito Democratico – con la sua storia, il suo rigore, la sua serietà istituzionale – accettasse di farsi gregario della visione cospirazionista e antistorica (e forse non del tutto disinteressata) del Movimento 5 Stelle, allora sì, sarebbe un problema. E non solo per la Commissione Antimafia, ma per l’idea stessa di sinistra riformista in questo Paese.

E nel salutarla mi auguro e spero che lei faccia di tutto per evitare di scivolare su questo pericoloso piano inclinato.

Con cordialità, Davide Varì