“Classici dentro” è il progetto che “Naxoslegge", festival letterario siciliano itinerante, già da un anno e mezzo porta avanti in collaborazione con l'istituto penitenziario di Augusta ( Siracusa), per affermare l’importanza della lettura, specialmente quella dei classici, intramontabili attraverso i secoli ed il cui messaggio rimane sempre attuale. Poco prima delle feste natalizie si è tenuto, nell’auditorium “Enzo Maiorca” della Casa di reclusione diretta da Antonio Gelardi, il secondo incontro del progetto durante il quale alcuni detenuti hanno messo in scena Antigone, una delle più note tragedie di Sofocle.

Ad assistere alla rappresentazione un pubblico speciale, ossia gli alunni del Liceo Mègara - che tra l'altro hanno donato diverse decine di libri alla biblioteca penitenziaria - e dell’Istituto Marconi di Augusta. I ragazzi hanno partecipato a un dibattito proprio con i detenuti sui temi dell'autorità, del potere, della forza della legge.

A spiegarci i dettagli del progetto è Fulvia Toscano, docente di materie letterarie e latino presso il Liceo di Giardini Naxos, e direttore artistico dei festival Naxoslegge: «Voglio prima di tutto evidenziare che proprio alla proprio alla casa di reclusione di Augusta sarà consegnato il prestigioso premio letterario “Comunicare l’Antico 2019”, presso il Parco archeologico di Naxos- Taormina, durante la IX edizione di NaxosLegge che si terrà a settembre del prossimo anno».

Quello di Augusta è un istituto aperto al sociale e che conta molte attività: dal laboratorio di ceramica alle lezioni di canto polifonico, dall'introduzione alla Sacra Scrittura al corso sex offenders rivolto ai detenuti autori di reati di pedofilia. «Apripista di molti progetti - racconta Fulvia Toscano - tra i quali il nostro è stata la professoressa Paola Cortese che insegna all'interno del carcere; poi grazie a Mariada Pansera, la nostra referente ad Augusta, NaxosLegge ha varcato la soglia di Brucoli».

E lo ha fatto con diverse iniziative: “Classici dentro”' appunto grazie al quale «vogliamo costruire un ponte con questo mondo di confine. La forza dei classici va oltre ogni muro e ogni barriera. I detenuti, anzi, per il loro vissuto riescono a provare più compassione nel senso etimologico del termine - ed avere più sensibilità nei confronti dei classici, spesso più dei miei giovani alunni del liceo». Classici ma non solo, perché con i reclusi vengono organizzati anche dibattiti a partire da altri libri come è stato fatto con “Ferite a morte” di Serena Dandini e con “Nel ventre della bestia” del noto criminale e autore Jack Henry Abbott, tradotto per la prima volta in Italia dallo scrittore e giornalista Lanfranco Caminiti.

E nel 2019 poi, ci racconta ancora Fulvia Toscano, «vorrei approfondire William Shakespeare e portare in scena la commedia di Aristofane Lisistrata». Un altro progetto di cui lei va molto fiera è “In viaggio con papà; viaggi da fermi per conquistare il mondo”: «Ai detenuti che vi hanno partecipato sono state concesse presso l’area verde messa a disposizione ore di colloquio supplementari da trascorrere soli con i loro figli, durante le quali hanno letto insieme un libro e poi immaginato un loro viaggio da annotare su un taccuino». E grazie al contributo di alcune associazioni questi taccuini saranno presto pubblicati.