"Giovanni e Paolo", "Giovanni e Paolo", hanno scandito i ragazzi. "Palermo è nostra e non di Cosa nostra". Da Corleone a Milano. L’Italia unita nel ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli agenti delle loro scorte, 24 anni dopo la strage di Capaci. Dalla strada l’invito ai condomini dei palazzi a esporre i lenzuoli bianchi, come quelli che numerosi sfilano. "Sono questi giovani i veri paladini contro la mafia", afferma Maria Falcone, in strada insieme agli altri, "ogni anno questa manifestazione cresce e sentiamo accanto a noi le istituzioni, a cominciare dal presidente Mattarella che è un palermitano". Davanti all’Albero Falcone ieri intorno alle 17 si sono riuniti i due cortei: tantissime persone, moltissime magliette bianche. E sullo sfondo le note dedicate a Peppino Impastato, "uno, dieci, cento passi... ". Le magliette bianche sono quelle del coro della scuola media "Don Milani" di Palermo cui è stata affidata l’apertura della commemorazione questo pomeriggio dal palco di via Notarbartolo, insieme a Giuseppe Costanza, unico sopravvissuto alla strage di Capaci.Cinquantamila studenti di tutto il Paese per un grande coro contro la mafia e per la legalita’. Il capoluogo siciliano cuore dell’evento "Palermo chiama Italia", organizzato dalla Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone", con la Direzione generale per lo studente del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che si estende a tutto il Paese, toccando altre otto città italiane, in cui cittadini e studenti sono presenti per dare testimonianza del loro impegno per la legalità: Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Roma, Pescara, Bari, Barile.Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato in occasione dell’anniversario della strage di Capaci ha scritto: «Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni».Le piazze della legalità erano collegate con l’aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo - 30 anni dopo l’inizio, proprio qui, del maxiprocesso, il 10 febbraio 1986. All’esterno un grande villaggio della legalità, simbolo del Paese. Tra i presenti nell’aula bunker, davanti a 800 studenti, il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone" Maria Falcone.I "luoghi di Giovanni Falcone" sono stati inseriti nella Carta regionale dell’Identità e della Cultura siciliana, sezione personalità storiche. Dalla casa natale di via Castrofilippo 1, all’Albero Falcone di via Notarbartolo 23, alla Chiesa di San Domenico. Il decreto è stato firmato ieri mattina, anniversario della strage di Capaci, dall’Assessore regionale dell’Identità Siciliana, Carlo Vermiglio. A far parte dei luoghi di Giovanni Falcone, anche il convitto nazionale di piazzetta Sett’Angeli, 3 dove il Magistrato frequentò le scuole elementari; il campetto dell’oratorio dei Carmelitani Scalzi alla Kalsa, dove, imparando a giocare a calcio, conobbe un nuovo più giovane amico, Paolo Borsellino; l’istituto Giovanni Verga, il liceo Classico Umberto I e la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo; luoghi della formazione, gli Uffici giudiziari; la Villa dell’Addaura dove il 21 giugno 1989 sfuggì ad un attentato dinamitardo; il monumento commemorativo lungo l’autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Capaci.