Respinti brutalmente dalla Turchia li ha trovati e soccorsi dalla polizia greca Secondo Frontex provengono dall’Afghanistan e dalla Siria, molti i minorenni

Senza vestiti, con ferite sul corpo, denutriti. Quasi un centinaio di migranti è stato stato trovato così, venerdì scorso, dalla polizia greca al confine tra Grecia e Turchia. Un caso che rientra nel tragico computo delle persone che tentano di arrivare in Europa e che vengono respinte sia dalla difficile traversata nel mare sia, e questo preoccupa, dalle operazioni di pattugliamento delle frontiere.

Questa volta però la vicenda è arrivata all'Onu, in particolare l'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite si e detta «profondamente angosciata» dalle immagini di questi uomini che sono diventate pubbliche in quanto twittate dal ministro greco dell'immigrazione. Una circostanza che ha immediatamente scatenato uno scambio di accuse con i vicini turchi.

Per le autorità elleniche il comportamento della Turchia, dichiarazioni ufficiali, e «una vergogna per la civiltà». La risposta di Ankara ha bollato le affermazioni dei greci come notizie false e li ha accusati di crudeltà. L Onu ha chiesto un'indagine per individuare le vere responsabilità. Al momento gli unici punti fermi sono emersi da una prima rilevazione compiuta dall'Agenzia europea Frontex che ha riportato la posizione geografica in cui sono stati trovati i migranti e cioè vicino al confine settentrionale con la Turchia. A quanto sembra gli uomini hanno attraversato il fiume Evros, in territorio greco, su gommoni provenienti dalla Turchia.

Le autorità greche hanno comunicato che agli uomini è stato fornito vestiario, cibo e un primo soccorso medico. Secondo Frontex i migranti provenivano principalmente dall'Afghanistan e dalla Siria. Sebbene non è ancora stato chiarito il perché le persone soccorse si trovavano senza vestiti, l'accaduto sembra quasi certamente un respingimento operato con metodi brutali, una potenziale violazione di diritti della quale è stato informato il responsabile in materia dell'Agenzia europea delle frontiere.

Alcuni particolari i sono stati forniti dal ministro greco per la protezione civile, Takis Theodorikakos: «La Turchia strumentalizza l'immigrazione illegale». Sarebbe dimostrato proprio dalle dichiarazioni rilasciate dai migranti che hanno riferito di essere stati trasferiti presso il fiume Evros da tre veicoli dell'esercito turco.

Secondo il governo di Atene Ankara dovrebbe indagare sulla vicenda invece di negare il fatto, quella che si aspettano in Grecia e infatti una «spiegazione operativa» che non è ancora giunta.

Anzi se possibile la vicenda in Turchia ha coinvolto i più alti esponenti di governo con un tweet a nome dei vertici politici che non solo escludono ogni responsabilità ma incolpano la stessa Grecia per quella che definiscono una situazione «disumana.» Per la Turchia infatti con la pubblicazione delle foto sarebbero i greci a non rispettare i diritti e a spacciare fake news, un attacco in piena regola anche perché porta la firma di Fahrettin Altun, il principale assistente stampa del presidente Erdogan.

Ma se è vero che l'UNHCR ancora non ha potuto parlare con i migranti, anche questo un segno della strumentalizzazione reciproca, il ritrovamento di questi uomini arriva pochi giorni dopo che un rapporto trapelato da ambienti dell'Ue nel quale si accusavano alcuni alti funzionari di Frontex per aver coperto i respingimenti illegali di migranti dalla Grecia verso la Turchia, cosa che Atene nega. Frontex ha affermato che tali pratiche da parte del suo personale appartengono al passato ma il sospetto rimane nell'aria.