Ancora polemiche sulle violenze nel carcere genovese di Marassi. Un ragazzo di 18 anni con problemi psichiatrici sarebbe stato violentato, seviziato e torturato per due giorni da altri detenuti, senza che la Polizia Penitenziaria intervenisse. La denuncia arriva da Raffaella Paita, presidente dei senatori di Italia Viva, che in una nota parla di un episodio «terrificante» e chiama in causa direttamente le responsabilità dello Stato.

«L’habeas corpus è alla base dello Stato di diritto – ha dichiarato –. Chi è nelle mani dello Stato ha diritto all’incolumità fisica e alla dignità. Chi non ha controllato, pur avendo il dovere di farlo, è complice». Paita critica duramente anche il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che nelle settimane precedenti era stato in visita proprio nel carcere di Marassi. «La delega al Dap non serve per fumare nei locali penitenziari o festeggiare Capodanno con gli agenti – affonda la senatrice – ma per garantire che la Costituzione non venga violata nelle carceri».

Alle accuse si sommano nuovi episodi di tensione e violenza. Secondo quanto riferito dal sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria, nella giornata di ieri tre agenti sono stati aggrediti nella prima sezione del carcere da un detenuto di origine egiziana. Uno di loro è stato infilzato alla mano con una forchetta.

«La polizia penitenziaria – denuncia il segretario regionale Fabio Pagani – è stremata e mortificata, soprattutto dopo la rivolta. Subisce violenze e umiliazioni senza una risposta concreta da parte del Dap e della politica. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima è già rovente».