La recente visita del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, a Viterbo, ha messo in luce questioni cruciali legate alla salute nelle carceri, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza ( Rems) e i reparti di servizi psichiatrici. Il garante ha affrontato vari aspetti, dall’approvazione di misure preventive per il rischio suicidario, alle sfide e le iniziative intraprese per migliorare il sistema sanitario nelle istituzioni penitenziarie e ospedaliere.

LA VISITA IN OSPEDALE

La giornata di Anastasìa è iniziata con una visita al reparto di medicina protetta e al Servizio psichiatrico di diagnosi e cura ( Spdc) presso l’ospedale Belcolle di Viterbo. In queste strutture, il Garante ha avuto l’opportunità di incontrare direttamente le persone internate, due individui, un uomo e una donna, in attesa di essere trasferiti nelle Rems, ovvero le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Mentre la situazione dell’uomo sembra essere in via di risoluzione con un trasferimento imminente nelle Rems nei prossimi giorni, si sono riscontrate difficoltà significative per la donna ancora piantonata nell’ambiente Spdc. Quest’ultima dovrebbe essere trasferita nella Rems di Pontecorvo, ma le tempistiche rimangono indefinite. Anastasìa ha espresso preoccupazione riguardo a questa situazione, evidenziando il disagio sia per la donna coinvolta che per il reparto stesso, poiché i pazienti dovrebbero rimanere in questa struttura solo per il periodo necessario al trattamento delle condizioni acute, non per mesi come è avvenuto in questo caso.

PROMOZIONE DELLA SALUTE CARCERARIA

Un altro aspetto importante affrontato durante la visita è stato l’approccio educativo alla salute carceraria. Anastasìa ha sottolineato l’importanza della diffusione della “Guida per i nuovi giunti negli istituti penitenziari” ai detenuti del carcere di Mammagialla insieme alla carta dei servizi sanitari della Asl di Viterbo. Questo sforzo mira a migliorare la consapevolezza dei detenuti sui servizi sanitari disponibili, sui loro diritti e sulle opportunità di cura.

La giornata è proseguita con la partecipazione di Anastasìa al tavolo paritetico dedicato alla tutela della salute delle persone detenute. Questo tavolo si focalizza sull’erogazione di prestazioni sanitarie nel contesto carcerario e coinvolge tutte le istituzioni del territorio che operano in tale ambito. La responsabilità di coordinamento è stata affidata alla Asl di Viterbo e alla direzione della Casa circondariale Mammagialla. Alla riunione hanno partecipato importanti figure istituzionali, tra cui la direttrice della casa circondariale di Viterbo, Anna Maria Dello Preite, la direttrice sanitaria della Asl di Viterbo, Antonella Proietti, il direttore dell’Unità operativa complessa ( Uoc) di medicina protetta- malattie infettive, Giulio Starnini, e il responsabile della Uos medicina penitenziaria territoriale, Fabrizio Ferri.

Durante la riunione, è stato approvato un nuovo piano di prevenzione del rischio suicidario, un aggiornamento del piano del 2018. Inoltre, è stata raggiunta un’intesa per la carta dei servizi sanitari della Asl di Viterbo, che sarà distribuita insieme alla “Guida per i nuovi giunti negli istituti penitenziari”, un’iniziativa promossa dalla struttura del Garante delle persone detenute della Regione Lazio. In questa occasione sono stati discussi diversi problemi, tra cui la digitalizzazione dei servizi sanitari, le carenze di personale e le difficili condizioni di lavoro del personale sanitario.

IL SOVRAFFOLLAMENTO CARCERARIO

La giornata di Anastasìa si è conclusa con una visita al carcere di Mammagialla di Viterbo, dove ha avuto colloqui con i detenuti. Un problema significativo evidenziato durante questa visita è stato il tasso di affollamento, che ha superato il 141%. Questo significa che il numero di detenuti presenti supera ampiamente la capacità prevista. In particolare, sono presenti 623 detenuti in un carcere progettato per ospitarne 440. Se si considerano i posti effettivamente disponibili ( 405), la percentuale di affollamento sale addirittura al 154%. Questo affollamento mette sotto pressione il sistema carcerario e influisce negativamente sulla qualità della vita dei detenuti. Un altro aspetto critico è la carenza di personale educativo e della Polizia penitenziaria. La pianta organica prevede 343 unità di personale, ma attualmente sono presenti solo 256, mentre gli effettivi in carcere sono 216, che rappresentano circa i due terzi di quelli previsti dalla pianta organica.

La visita del garante regionale Stefano Anastasìa ha quindi messo in evidenza una serie di sfide e iniziative volte a migliorare il sistema sanitario nelle carceri e nei reparti psichiatrici della Regione Lazio. Il suo impegno nel promuovere la consapevolezza dei detenuti, l’approvazione di misure preventive e il riconoscimento delle difficoltà che affliggono il sistema penitenziario costituiscono passi significativi verso una migliore salute e benessere nelle istituzioni detentive. Tuttavia, se non si intraprende una riforma radicale del sistema, i problemi permangono nonostante l’impegno locale.