Ancora una volta tutti condannati i presunti autori dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragalà, ucciso a bastonate sotto il suo studio legale a Palermo nel febbraio del 2010. La prima sezione della Corte d’assise d’appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, ha confermato poco fa la sentenza di primo grado. Confermata la condanna a 30 anni per Antonino Abbate, ritenuto l’esecutore materiale del pestaggi a colpi di bastone. Condannato a 24 anni a Francesco Arcuri, presunto boss del Borgo Vecchio e ritenuto il mandante e a 22 anni a Salvatore Ingrassia, che avrebbe parte del commando con funzioni logistiche. Quattordici anni ad Antonino Siragusa, che aveva parlato con gli inquirenti della responsabilità degli altri. Di nuovo assolti, invece, Paolo Cocco e Francesco Castronovo, accusati di essere stati gli aggressori del legale. Confermate anche le provvisionali per le parti civili: 100mila euro ciascuno alla moglie e ai figli del penalista. Settantamila euro erano stati riconosciuti alla madre del penalista, nel frattempo deceduta, 25mila alla Camera Penale e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati, 10mila al Consiglio Nazionale Forense. «È iniziato tutto un venerdì di quaresima di 12 anni fa e si conclude oggi in un lunedì di quaresima con la conferma della sentenza di primo grado. È stata una via crucis durata 12 anni ma finalmente abbiamo avuto giustizia e mio padre potrà riposare in pace. Ringrazio tutti coloro che ci hanno sostenuto, è stata una battaglia dura e lunga ma alla fine la verità ha vinto». Così, Marzia Fragalà, la figlia dell’avvocato Enzo Fragalà, ucciso 12 anni sotto il suo studio, dopo la conferma della sentenza di primo grado.