È proprio un clima "sereno" ed "idilliaco" quello che contraddistingue il palazzo di Giustizia di Trani. Questa "serenità" la si percepisce chiaramente dalla lettura del comunicato diramato l'altro giorno dalla locale sottosezione dell'Associazione Nazionale Magistrati. Una nota che fa seguito alle polemiche scatenatesi dopo la pubblicazione su alcuni quotidiani della foto che ritraeva la pm tranese Simona Merra intenta a farsi baciare il piede dall'avvocato Leonardo De Cesare. La prima, ricordiamolo, nel pool di magistrati che indaga sull'incidente ferroviario della tratta Bari-Barletta dove il 12 luglio scorso persero la vita 23 persone, il secondo, legale del capostazione di Andria Vito Piccaretta, uno dei principali indagati per il disastro ferroviario.Si legge nella nota del sindacato delle toghe: "È preciso obbligo del magistrato denunciare, in modo formale e nelle sedi previste per legge, i comportamenti deontologicamente scorretti o illeciti di cui egli abbia avuto conoscenza nell'esercizio delle sue funzioni, senza scegliere forme comunicative anomale e che, anche per la sua genericità insidiosa possano creare discredito anche ai colleghi che svolgono la funzione giurisdizionale con onore e autorevolezza".Tradotto, il "colpevole" del clamore mediatico suscitato dalla scatto dal sapore fetish è stato scoperto. È un collega della Merra, reo di aver creato, appunto, "discredito ai colleghi che svolgono la funzione giurisdizionale con onore e autorevolezza".Le generalità di questo magistrato ai più non sono al momento note, ma ai diretti interessati sicuramente sì, avendo costui preso parte alla festa di compleanno della pm, luogo dove sarebbe avvenuta la foto incriminata, oltre che come ospite anche come fotografo involontario.Senza dover scomodare il Consiglio Superiore della Magistratura che era prontamente intervenuto sul punto, "ho disposto - aveva detto il Vice Presidente Giovanni Legnini - la trasmissione alla I Commissione (competente sui profili di incompatibilità, ndr) della foto della dottoressa Merra. Gli atti, inoltre, sono già in possesso della Procura Generale della Cassazione per la valutazione degli eventuali profili disciplinari", la vicenda per l'Anm tranese è dunque risolta. Inutile quindi, che Legnini abbia contattato anche il procuratore della Repubblica facente funzioni di Trani, il dottor Giànnella, che gli ha "assicurato che provvederà a fare le sue valutazione nell'ambito dei poteri propri di Capo dell'Ufficio", e il Procuratore Generale di Bari, la dottoressa Tosto, che lo ha informato che "a breve invierà al Consiglio e ai titolari dell'azione disciplinare una prima relazione sulla vicenda". Tutto tempo perso. È il magistrato "fotografo" quello che deve essere oggetto del "pronto e rigoroso accertamento" presso gli organi di garanzia e controllo.Questa presa di posizxione dell'Anm legittima pienamente le parole dell'avvocato De Cesare. Che, tranchant, dichiarò ad una giornalista che lo intervistava: "Può capitare che ad una festa di compleanno incontri magistrati, giudici, o avvocati, ma non mi chieda chi perché, scherzando le dico, che faccio fatica anche a ricordare le ragazze con cui esco. Trani è un piccolo centro. Abbiamo studiato insieme al liceo, all'università di Bari, qualcuno ora fa il magistrato, anche fuori città, qualcun altro, invece, il legale. L'ambiente è quello. Che cosa dovremmo fare? Girarci dall'altra parte quando ci incontriamo per strada? "Neppure lontanamente si fa, dunque, menzione della parola "opportunità" e, per le toghe, al "dovere di astensione". In certe realtà del Paese il sistema giustizia è gestito in maniera autoreferenziale senza controllo alcuno. Al di sopra della legge e della deontologia. Con tanti saluti ai principi cardine di terzietà ed imparzialità.Eppure esiste l'art. 1 comma 2 del decreto legislativo 109 del 2006, "Disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati": "Il magistrato, anche fuori dall'esercizio delle proprie funzioni, non deve tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell'istituzione giudiziaria". E poi il successivo art. 3 che elenca gli illeciti disciplinari fuori dell'esercizio delle funzioni: "ogni comportamento tale da compromettere l'indipendenza, la terzietà e l'imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell'apparenza".Il Consiglio di Stato, a proposito dei criteri di comportamento che un giudice amministrativo deve avere nella vita sociale, scrive in un suo regolamento, "i rapporti di amicizia con gli avvocati sono espressioni di esercizio delle libertà della vita di relazione. Nella certezza che mai l'avvocato li dichiarerà con clienti o possibili clienti. Ove questo dovesse accadere è tenuto ad interrompere tali rapporti".Per la cronaca, dopo l'iniziale sua difesa, la Merra ha fatto richiesta di astensione dalla trattazione del procedimento sul disastro ferroviario.