A Milano le toghe sono sempre meno “rosse”. È questo il dato più significativo che emerge dalla lettura dei risultati delle elezioni, svoltesi da domenica a martedì, per il rinnovo dei sette componenti della locale Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati.

Questi i numeri al termine dello spoglio: Unicost 157 voti e 2 seggi ( 25,82%), Magistratura indipendente 181 voti e 2 seggi ( 29,77%), Area- Md 194 voti e 2 seggi ( 31,92 %), Autonomia & Indipendenza 76 voti e un seggio ( 12,50 %). Le elezioni, con sistema proporzionale, hanno visto 615 votanti su 730 aventi diritto, segno indiscutibile che la maggior parte dei magistrati continua, nonostante tutto, ad apprezzare e a riconoscersiu nel sistema delle correnti.

IL RAFFRONTO CON LA TORNATA PRECEDENTE

Per fare un confronto con le precedenti elezioni del 2013, Unicost aveva preso 162 voti e 2 seggi, Magistratura indipendente 196 voti e 2 seggi, Area- Md 267 voti e 3 seggi ( Autonomia & Indipendenza, la corrente dell’ex presidente dell’Anm Piercamillo Davigo, non esisteva essendo nata per scissione da Magistratura indipendente nel 2015). In quattro anni, quindi, il cartello delle toghe progressiste ha perso, oltre che un seggio, ben 73 voti. Una enormità se si considera che il Palazzo di Giustizia di Milano è da sempre un feudo incontrastato di Magistratura democratica. Corrente che esprime da decenni e senza soluzione di continuità il vertice della Procura più importante del Paese. Francesco Saverio Borrelli, Gerardo D’Ambrosio, Edmondo Bruti Liberati e l’attuale Francesco Greco gli inquilini illustri dell’ufficio al quarto piano di via Luciano Manara iscritti ad Md. Senza contare, poi, i vari aggiunti o pm di punta che si sono succeduti negli anni. Solo per fare qualche nome: Armando Spataro, Gherado Colombo, Ferdinando Pomarici, tutti esponenti di spicco di Area- Md. Area, peraltro, esprime anche l’attuale presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi oltre a numerosi presidenti di sezione. Dal punto di vista degli incarichi direttivi e semidirettivi, un quasi monopolio. E sono di provenienza milanese anche due degli attuali togati di Area al Csm, il giudice Nicola Clivio e il procuratore Fabio Napoleone. Evidentemente, però, la base della magistratura pare non riconoscersi più in una corrente connotata da forti contenuti ideologi, tanto da essere maggiormente attratta dai gruppi associativi “conservatori”.

PIACE LA “DESTRA SINDACALISTA”

La “destra giudiziaria”, come i magistrati di Area chiamano i loro colleghi iscritti a Magistratura Indipendente e ad Autonomia & Indipendenza ( 257 voti se a Milano se si sommano le preferenze andate ai due gruppi), ha saputo affrontare temi che riguardano da vicino le condizioni di lavoro delle toghe: come i carichi esigibili ( il numero di procedimenti che un magistrato può trattare in anno), la responsabilità civile, le ferie, la legittimazione per i tramutamenti. Materie molto sensibili per i giovani magistrati che vivono la propria funzione con più pragmatismo rispetto ai colleghi più anziani, mossi da intenti ideologici che sembrano evaporare inesorabilmente con l’avvicendarsi delle generazioni. Paiono lontanissimi i tempi degli scontri con i governi Berlusconi: da quelli del Pool di Mani Pulite che bloccarono il decreto Biondi al sit- in sulle scale del Palazzo di Giustizia nel 2013 da parte dei parlamentari dell’allora Popolo della Libertà. «L’attacco giudiziario ha valicato qualsiasi regola democratica e ha spinto il Pdl a reagire all’emergenza giudiziaria e ai nuovi assalti della magistratura rossa», dicevano i parlamentari azzurri, capeggiati da Angelino Alfano, per sostenere Silvio Berlusconi attanagliato dai processi milanesi.

GALLINA, IL PIÙ VOTATO: «DIAMO VOCE A ESIGENZE DIFFUSE»

Per il giudice Mauro Gallina, che insieme al sostituto Ilaria Perinu, entrambi nella lista di Magistratura indipendente, sono stati i più votati del distretto, rispettivamente con 138 e 132 preferenze, «il nostro gruppo ha saputo intercettare in questi anni le esigenze dei magistrati. I quali più che ad una conflittualità permanente con il governo puntano ad avere migliori condizioni di lavoro». Dello stesso avviso il togato di Mi Claudio Galoppi che proprio a Milano era stato eletto al Csm: «Il dato è davvero significativo se confrontato con quello del 2008, quando Area aveva 279 voti, Unicost 238 e Magistratura indipendente solo 51 voti. Oggi, con 181 voti e 2 seggi, abbiamo quadruplicato il consenso, ottenendo sempre maggiore fiducia da parte dei colleghi».