Sono state individuate le due sedi idonee per ospitare gli uffici del Tribunale penale e della Procura di Bari, soluzione ponte prima che venga realizzato il polo della giustizia atteso da vent’anni per risolvere definitivamente il problema sorto a seguito dell’inagibilità della struttura di via Nazariantz. Si tratta dell’ex palazzo Telecom a Poggiofranco e dell’ex sede dell’Inpdap in via Oberdan, potenzialmente utilizzabili dal primo ottobre nel caso in cui siano stati terminati gli eventuali interventi di ammodernamento per rendere la struttura prescelta funzionale ad ospitare un tribunale. Nel caso contrario, la soluzione rimane quella indicata dalla convenzione firmata in via Arenula con il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: l’utilizzo dell’ex tribunale di Modugno.

Sulle soluzioni individuate dal ministro Bonafede, subito dopo la firma della convenzione, si era espresso il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ribadendo «la difficoltà di magistrati e avvocati a spostarsi tra Modugno e via Brigata Regina. Per quanto riguarda la possibilità di utilizzare procedure d’urgenza - aveva spiegato , il ministro ha ribadito la sua volontà di chiudere innanzitutto la partita della scelta dell’edificio e poi valutare il da farsi. Ho ricordato al tavolo ministeriale che le operazioni di alleggerimento dei carichi e di messa in sicurezza devono essere avviate al più presto, perché il 31 agosto, come da ordinanza, la struttura di via Nazariantz dovrà essere chiusa».

Nel frattempo, l’ 11 luglio, verrà discusso alla Camera il decreto che prevede la sospensione di tutti i termini processuali, prescrizione compresa, fino al 30 settembre, mentre il 3 luglio la camera penale e il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Bari verranno sentiti in commissione giustizia.

Rimane, intanto, lo spiraglio aperto a seguito del colloquio tra Bonafede e la giunta dell’Anm, guidata da Francesco Minisci, che ha chiarito di non ritenere sufficienti le «soluzioni spezzatino». A lui il ministro ha confermato di voler individuare un edificio in città prima del trasloco, per evitare di mettere in atto la soluzione Modugno, extrema ratio poco gradita dagli addetti ai lavori, in primo luogo per la divisione in due plessi di uffici e aule giudiziarie, in secondo luogo per l’ampiezza degli spazi, che subirebbero un brusco ridimensionamento rispetto alla sede attualmente inutilizzabile.

Ma la crisi, in Puglia, non riguarda soltanto il tribunale: a preoccupare è anche la situazione del- le carceri - come riporta il Corriere del Mezzogiorno - che risentono dell’insufficienza di dotazioni e mezzi, con un organico sotto il livello di sicurezza e una situazione sanitaria al limite. Quest’ultimo caso riguarda, in particolar modo, proprio Bari, la cui casa circondariale è sede di un centro clinico diagnostico diventato punto di riferimento per tutto il circondario e anche oltre i confini regionali. Ma ora, oltre a mancare il medico infettivologo, figura fondamentale per la sicurezza sanitaria dei detenuti, risultano rotte le apparecchiature radiologiche, con la conseguenza che per un qualsiasi esame è necessario portare il detenuto fuori. Una situazione che, ovviamente, fa lievitare i costi, assieme ai problemi di trasporto in sicurezza e tempi di attesa, vista la necessaria trafila di autorizzazioni che coinvolge il giudice che ha in carico il processo e il tribunale di sorveglianza. E qui torna il problema del tribunale in tenda di Bari, dove i processi sono bloccati e i fascicoli pericolosamente in balia degli eventi e degli agenti atmosferici, cosa che allunga, ulteriormente, i tempi per le autorizzazioni, facendo crescere le tensioni.