Le polemiche scatenatesi all'indomani dell'approvazione del discusso decreto legge 168 su "Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa" sono destinate a rientrare. Le "pressioni" esercitate dalle varie correnti della magistratura associata hanno suggerito un ripensamento da parte del governo, anche per evitare di aprire un nuovo fronte di conflittualità. In un momento di estrema difficoltà per l'esecutivo, con gli indici economici tutti negativi e con il referendum costituzionale alle porte.Per quanto concerne la proroga della permanenza in servizio fino al 31 dicembre 2017, al momento prevista solo per gli alti magistrati della Corte di Cassazione, Corte dei Conti e Consiglio di Stato che sarebbero dovuti andare in pensione a fine anno, in sede di conversione del decreto sarà estesa anche alle toghe con la medesima anzianità, già prorogate l'anno scorso ma in servizio in altri uffici giudiziari. Troppo alto il rischio che questa norma fosse dichiarata incostituzionale, proprio per le evidenti disparità che avrebbe creato fra le toghe. Con la prevedibile valanga di ricorsi da parte degli esclusi.Sull'aumento del periodo minimo da 3 a 4 anni di permanenza in una sede previsto perché ciascun magistrato possa presentare domanda di trasferimento, si sta studiano una norma transitoria. Che non comprometta quello che è il naturale "principio di affidamento".Resta, infine, il taglio del periodo del tirocinio per i neo magistrati da 18 a 12 mesi. Un taglio che permetterebbe, quindi, di prendere servizio sei mesi prima, a discapito però della formazione. Qui, indubbiamente, il discorso è alquanto complesso. Anche perché, ed è un dato oggettivo, negli ultimi anni l'età media dei vincitori del concorso in magistratura è cresciuta notevolmente. Superando abbondantemente i trent'anni. Con casi, non rari, di magistrati di prima nomina ultra quarantenni.