Era inevitabile una reazione contraria dell’avvocatura romana alla decisione di Roberto Reali, presidente del Tribunale di Roma: prevedere che per 6 mesi, dal 15 ottobre, non vengano più fissati nuovi collegi per i processi penali provenienti dall’udienza preliminare. Ieri il Dubbio ha raccolto il disappunto della Camera penale, che ha quindi inviato una lunga lettera a Reali in cui si chiede il dietrofront e si annuncia un eventuale ricorso.

Alle critiche dei penalisti si aggiunge la replica altrettanto severa di Antonino Galletti, numero uno dell’Ordine degli avvocati capitolino. In una nota, il Coa ricorda innanzitutto che il provvedimento è stato giustificato da Reali «per far fronte alla grave carenza di organico degli uffici giudiziari romani, più volte denunciata dall’Ordine degli avvocati di Roma nei mesi scorsi».

L’istituzione forense aggiunge che «a quanto si apprende da alcuni organi di stampa, l’intenzione sarebbe quella di “imporre un argine di sei mesi alle udienze collegiali provenienti dalle decisioni dei gip” per consentire ai magistrati in servizio di completare il lavoro sui fascicoli pendenti».

Ed è Galletti a commentare con molta durezza la decisione: «Si tratta di un provvedimento non annunciato né tantomeno condiviso con l’avvocatura istituzionale e associata», premette, «ne apprendiamo l’esistenza dagli organi di stampa e ci riserviamo ogni valutazione nel merito, ivi compresa quella di interporre ricorso».

Il presidente del Coa di Roma quindi spiega: «La situazione e i deficit di organico sono drammatici, e i nostri frequenti interventi sul tema lo confermano, ma una paralisi totale per ben 6 mesi rischia di compromettere la credibilità del sistema proprio sui processi relativi ai reati più gravi». Il leader dell’avvocatura romana non si limita a contestare il provvedimento del Tribunale, ma rivolge anche un appello alle forze politiche: «Sarebbe auspicabile che chi ancora governa e chi aspira a farlo proponga soluzioni concrete ed emergenziali, anziché propalare libri dei sogni per soddisfare solo in astratto gli elettori».