L'ultimo colpo alla spazzacorrotti arriva, ancora una volta, dalle aule di un tribunale. In attesa della pronuncia della Corte costituzionale, il tribunale collegiale di Potenza, ribaltando la decisione del tribunale di Sorveglianza di Salerno, che aveva applicato la nuova norma, ha disposto l'inefficacia temporanea dell’ordine di carcerazione che aveva portato in carcere un avvocato 47enne, accusato di corruzione in atti giudiziari. Una storia singolare, ha spiegato il legale del professionista, Giovanni Vitale. L’entrata in vigore della norma, a fine gennaio, ha reso infatti inapplicabili le misure alternative al carcere, portando ad una revoca delle sospensioni degli ordini di carcerazione e, quindi, al carcere. Provvedimenti contro i quali molti sono stati i ricorsi, poi risultati vincenti. Ma nel caso in questione, la procura di Salerno, anziché sospendere l’ordine di carcerazione, emesso prima dell’entrata in vigore della legge, ha spedito il legale condannato davanti alla Sorveglianza, applicando, di fatto, la vecchia norma. Lì, però, i giudici hanno optato per la spazzacorrotti e l’uomo si è consegnato nel carcere di Matera, dov’è rimasto per tre mesi. Una decisione contro la quale Vitale ha presentato istanza di incidente d’esecuzione davanti al tribunale collegiale di Potenza, che ha stabilito, dunque, l’inefficacia temporanea dell’ordine di carcerazione, in attesa della decisione del tribunale di sorveglianza. Dove, intanto, era stata fissata la camera di consiglio per la misura alternativa, di fatto riesumando la vecchia norma. «In pratica, il mio assistito è stato giudicato nel corso di 5 mesi con quattro norme diverse e questo non è legge, ma barbarie», spiega Vitale.

L’ordine d’esecuzione, ora, rimane congelato fino alla nuova decisione, che sia del tribunale di sorveglianza, a settembre, o della Corte costituzionale. Per Vitale, «non si tratta di vincere o perdere, ma di giustizia. È importante che il legislatore, nel fare le leggi, tenga presente che queste norme possono avere un impatto immediato nella vita dei cittadini, soprattutto quando si parla di esecuzione penale.

Serve un indirizzo omogeneo su questa problematica e, ad oggi, tutti i tribunali si sono dimostrati cauti». Il suo non è un giudizio sulla norma: «Non ho interesse a farlo - dice - Ogni governo ha deciso di inasprire qualche reato, ma le carte in tavola non possono essere cambiate mentre stiamo giocando». Ma non solo: «Se la spazzacorrotti venisse applicata alla lettera, il mio cliente potrebbe accedere alle misure alternative solo collaborando. Ma come potrebbe per fatti commessi 11 anni fa e per i quali tutti gli altri imputati hanno finito di espiare la pena? - conclude - È inutile. L’incostituzionalità di alcuni profili della legge è palese».