Santi Consolo, il neo garante regionale delle persone private della libertà, ha fatto visita al carcere siciliano di Augusta, dove recentemente sono morti, nel giro di un mese, due detenuti a causa dello sciopero della fame. A seguito della visita, sono emersi dettagli preoccupanti su questo istituto che si trova al centro di una profonda crisi strutturale e umanitaria. Secondo il garante Consolo, la struttura ospita attualmente 476 detenuti, nonostante la capienza regolamentare sia di soli 364 posti. Ciò ha portato a un tasso di sovraffollamento del 140%, ben al di sopra della media nazionale.

Una delle maggiori criticità riguarda le condizioni delle celle, molte delle quali fatiscenti e prive di bagni con doccia. In particolare, una sezione del carcere presenta un ambiente in notevole degrado destinato a docce comuni, mentre molte altre sezioni sono sprovviste di stanze con servizi igienici adeguati. Questo stato di cose ha generato profondo malcontento tra i detenuti costretti a vivere in queste condizioni.

La carenza di personale è un altro grave problema che affligge il carcere di Augusta. L'organico previsto per la polizia penitenziaria è di 251 unità, ma attualmente operano solo 181 agenti, a causa di missioni e distacchi. Di questi, ben 12 assenti per la loro candidatura alle prossime elezioni amministrative. Ciò ha portato a un coefficiente personale presente/ detenuti ristretti pari a circa lo 0,38, significativamente inferiore alla media regionale. Anche la presenza di educatori è nettamente insufficiente rispetto al fabbisogno. Nonostante la dotazione organica preveda almeno 9 educatori, attualmente se ne contano solo 6. Queste carenze – sottolinea il garante regionale - hanno determinato un carico di lavoro eccessivo per il personale e una implementazione compromessa delle attività trattamentali destinate ai detenuti.

La situazione sanitaria nel carcere di Augusta è altrettanto allarmante. Nonostante sia presente una guardia medica permanente 24 ore su 24, la presenza di uno psicologo è garantita solo per 3- 4 ore al giorno, escludendo la domenica. Questo livello di assistenza è inadeguato considerando il fatto che molti detenuti presentano gravi problemi di disagio psicologico e psichiatrico. Durante la visita del garante, sono stati riscontrati casi di detenuti che lamentavano gravi disagi, tra cui uno che rifiutava la terapia e un altro che aveva intrapreso uno sciopero della fame. Questi episodi evidenziano la necessità urgente di migliorare le condizioni all'interno del carcere di Augusta, garantendo un'assistenza adeguata e rispettosa dei diritti umani. Per Consolo è assolutamente necessario un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e promuovere un ambiente carcerario più umano e sicuro.

In primo luogo, è indispensabile affrontare il problema del sovraffollamento. La capienza regolamentare del carcere deve essere rispettata, e devono essere adottate strategie per ridurre il numero di detenuti al di sotto delle sue attuali dimensioni. Ciò potrebbe prevedere l'implementazione di programmi di reinserimento sociale, l'uso di alternative alla detenzione per determinate categorie di reati non violenti e la revisione delle politiche di carcere preventivo. Per quanto riguarda le condizioni strutturali, è necessario avviare un programma di ristrutturazione e manutenzione delle celle, garantendo bagni con doccia adeguati in tutte le sezioni. Ciò non solo promuoverebbe un ambiente igienico, ma anche la dignità dei detenuti. Per affrontare la carenza di personale, è fondamentale aumentare il numero di agenti di polizia penitenziaria e di educatori in base alle necessità effettive.

È importante fornire un adeguato supporto e formazione al personale, al fine di garantire un ambiente di lavoro sicuro ed efficiente, che possa svolgere appieno il proprio ruolo nel trattamento e nella riabilitazione dei detenuti. Riguardo all'assistenza sanitaria, è essenziale garantire la presenza costante di personale medico e psicologico qualificato. Dovrebbero essere istituiti servizi di assistenza psicologica e psichiatrica adeguati, in grado di affrontare le necessità dei detenuti con problemi di disagio mentale. Inoltre, dovrebbe essere garantito un accesso regolare alle cure mediche, inclusa l'attenzione ai detenuti che rifiutano la terapia.

Al fine di prevenire situazioni di emergenza come gli scioperi della fame, è fondamentale promuovere un dialogo costante e aperto. Questo consentirà di individuare tempestivamente le problematiche e di adottare misure adeguate per affrontarle, nel rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti. Infatti, nel corso della visita il garante si è trovato davanti “due detenuti che accusavano gravi disagi, uno dei quali rifiutava la terapia, mentre l’altro aveva anche intrapreso lo sciopero della fame”, che ha interrotto dopo il colloquio con Consolo e i magistrati di sorveglianza Monica Marchionni e Alessandra Gigli che lo hanno accompagnato durante la visita.

Ricordiamo che Consolo è stato un magistrato di sorveglianza per poi diventare un pm antimafia. Si occupò, da procuratore generale, anche del processo d’appello del maxiprocesso. Così come, da ricordare, il processo sull’omicidio del maresciallo Giuliano Guazzelli. Furono indicati come colpevoli, e condannati in primo grado, dei presunti stiddari. Santi Consolo era a un passo nel chiedere la conferma delle condanne, quando chiese di fermare il processo, ormai giunto in conclusione, perché voleva conoscere delle nuove rivelazioni fatte dai pentiti Angelo Siino e Giovanni Brusca. Inizialmente furono ambigui, ma Consolo riuscì a far emergere la verità: Guazzelli fu ucciso da Cosa nostra. Chiese e ottenne l’assoluzione dei presunti stiddari e nel contempo fece emergere la verità. Una verità non di poco conto, perché premia l’intuizione che ebbero Falcone e Borsellino proprio per quell’omicidio.

Da dicembre 2014 al 4 luglio 2018 è stato Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, e emerse la sua sensibilità su temi impopolari. Promosse le iniziative per l’abolizione dell’ergastolo ostativo, così come, durante i suoi impegni, riuscì a scongiurare delle rivolte in carcere, semplicemente attraverso il dialogo e l’ascolto. Durante l’iniziativa organizzata da Nessuno Tocchi Caino e condotta da Umberto Baccolo e Elisa Torresin per chiedere la tutela dell’anarchico Alfredo Cospito che era in sciopero della fame – con il serio rischio di morire - contro il 41 bis nel quale era sottoposto, Consolo è intervenuto non contro il regime che sulla carta non dovrebbe essere duro, ma per chiedere il rispetto dei principi della nostra costituzione dove è prevalente il diritto alla salute. «L’esecuzione della pena deve essere improntata a principi di umanità, deve tendere alla riabilitazione e non punire per avere come risultato la radicalizzazione», ha sottolineato. Un intervento importante e significativo, perché lo stesso Consolo, quando era capo del Dap, fu raggiunto da un plico esplosivo proveniente dagli anarchici che chiedevano la liberazione di Cospito.