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La riforma elettorale per il Csm è «assolutamente urgente», perché «andare di nuovo alle elezioni con l’attuale sistema vorrebbe dire non aver ottenuto alcun risultato rispetto al rinnovamento che la magistratura sta cercando di compiere al suo interno». A sottolinearlo è Mariarosaria Savaglio, giudice del tribunale di Cosenza, che dallo scorsa estate è uno dei due segretari nazionali del gruppo di Unicost, intervistata dall’AGI. «Assoluta contrarietà al sorteggio» anche temperato, spiega, affermando invece di ritenere migliore, tra i sistemi possibili, «uno fondato sull’idea di proporzionale», che «sposi il principio di riavvicinare l’eletto al corpo elettorale, rispecchiando la volontà di quest’ultimo». Per il segretario di Unicost, infatti, «il riconoscimento della pluralità di visioni che esistono in magistratura deve essere garantito: il Csm deve rispecchiare ciò che è la magistratura, preservando le proprie funzioni di tutela dell’autonomia e dell’indipendenza delle toghe». Certo ,aggiunge Savaglio, «non ci illudiamo che un nuovo sistema elettorale possa essere il rimedio a tutti i mali, ma un "cattivo" sistema può, invece di trovare soluzioni contro le degenerazioni, avere l’effetto opposto, ulteriormente aggravandola situazione». La legge elettorale per il Csm attualmente in vigore «ha creato patologie che invece un buon sistema elettorale potrebbe arginare», sottolinea il segretario Unicost, accogliendo con favore le «linee di fondo» del lavoro compiuto dalla Commissione Luciani, incaricata dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia di studiare soluzioni per la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario. Secondo l’esponente di Unicost, il lavoro della Commissione Luciani «mira a tutelare il pluralismo e a riavvicinare l’eletto all’elettore, riducendo il peso delle correnti», osserva Savaglio, la quale, invece, mette in guardia sui rischi di «influenze esterne» che potrebbero sorgere dall’«eliminazione del riconoscimento dei gruppi associativi». Quanto al sorteggio, il segretario di Unicost rileva, oltre «all’impraticabilità costituzionale», che potrebbe «determinare un’assoluta deresponsabilizzazione sia di eletti che di elettori». Savaglio, quindi, tocca anche il tema della rappresentanza di genere, dato che risulta ancora esiguo il numero di togate a fronte di una presenza sempre più alta di donne magistrato in servizio che da tempo supera quella maschile: «Bisogna intervenire quanto meno con un meccanismo che garantisca una parità di chance - sottolinea - e dobbiamo ricordare che questo non è compatibile con tutti i sistemi elettorali: ad esempio, risulterebbe difficile in un sistema con collegi uninominali». Inoltre, quanto all’esigenza che vi sia un numero adeguato di candidati tra cui l’elettorato possa scegliere, il segretario di Unicost esprime critiche sul meccanismo di integrazione delle liste che era stato delineato dalla proposta di riforma presentata nel 2020 dall’allora Guardasigilli Alfonso Bonafede: «Quel meccanismo non va bene perché sminuisce il ruolo di elettorato passivo. Eventuali candidature forzose non hanno certo la stessa valenza di una spontanea». Per Unicost, «il modo migliore per soddisfare le esigenze è un sistema elettorale che stimoli la presentazione di candidatura e di certo - afferma Savaglio - il sistema delineato dalla Commissione Luciani lo fa: trovo infondata la critica che alcuni, come Magistratura Indipendente, rivolgono al "sistema Luciani" sostenendo che può favorire accordi tra gruppi associativi. Non vedo come potrebbe farlo e, in ogni caso, da parte nostra, non c’è intenzione di fare alcun accordo».