Alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando, si è svolto ieri pomeriggio il Plenum dedicato alla discussione sui pareri che la sesta Commissione ha messo a punto sui documenti finali delle Commissioni di studio per le modifiche dell'ordinamento giudiziario e per la riforma del sistema di elezione del Csm.Come si ricorderà, lo scorso anno, Orlando aveva incaricato, rispettivamente, l'ex presidente del Csm Michele Vietti e l'ex presidente del Tribunale di Roma e ministro Guardasigilli nell'ultimo scorcio del governo Prodi II Luigi Scotti di presiedere le citate Commissioni.Per quanto riguarda la Commissione Vietti, il risultato era stato un leggero restyling delle attuali norme primarie e secondarie. In particolare le riforme Castelli del 2006 sull'organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero, sulla disciplina dell'accesso in magistratura e sulla temporaneità degli incarichi direttivi e semidirettivi. Leggi varate quando il secondo governo Berlusconi era ormai ai titoli di coda. Con la speranza neppure tanto celata che, ad esempio, per quanto concerne l'organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero, "accentrando" il potere nelle mani di una sola persona, si potesse governare meglio l'attività inquirente nel Paese. Speranza vana, come si è visto.Le procure sono in questi anni diventate terreno di scontro fra il capo ed i suoi aggiunti e sostituti. Milano, con la battaglia all'ultimo esposto al Csm fra Bruti Liberati e Robledo, il caso più eclatante. Per quanto concerne l'ufficio del pubblico ministero, sono stati previsti dei «provvedimenti con i quali i procuratori stabiliscono i criteri di organizzazione dell'ufficio», puntualizzando «i criteri di assegnazione dei procedimenti ai procuratori aggiunti e ai sostituti». Mai più, quindi, lotte per i fascicoli fra magistrati o casi in cui la polizia giudiziaria "scelga" il pm preferito con cui lavorare. Oltre a ciò, un rinnovato ruolo di coordinamento e vigilanza da parte del Procuratore generale della Corte di Cassazione al fine di «favorire l'adozione di criteri organizzativi omogenei e funzionali dei procuratori della Repubblica».Modifiche sono previste pure per quanto concerne l'accesso in magistratura. Tale concorso ha visto negli anni aumentare sempre di più il numero dei partecipanti. Anche alla luce del fatto che per la magistratura non è in vigore il blocco del turnover che esiste dal 2011 in tutti gli altri settori del pubblico impiego. Fra le prove concorsuali verrà inserita la redazione di una sentenza.Circa la valutazione di professionalità, constatato "l'appiattimento" verso l'alto, quasi tutti i magistrati hanno valutazioni elevate, in particolare quelli che concorrono per un posto da direttivo, si prevede una nuova valutazione di professionalità dopo la VII da effettuarsi sei anni dopo. Infine la possibilità, in via anticipata rispetto alla scadenza quadriennale, da parte del Csm di un momento valutativo «qualora l'ufficio di appartenenza evidenzi gravi disfunzioni organizzative addebitabili al dirigente». Uno "sprone" per i capi degli uffici, che adesso per i primi quattro anni non sono soggetti ad alcuna valutazione.Sotto il profilo del sistema di elezioni del Csm, e veniamo quindi alla Commissione Scotti, tramonta definitivamente l'ipotesi di prevedere il sorteggio per i componenti togati. Il sorteggio, nell'intenzione dei proponenti, avrebbe dovuto arrestare la deriva correntizia. Le correnti rimarranno, anzi il loro ruolo esce rinforzato in quanto momento associativo di vitale importanza per la crescita culturale delle toghe. Domani l'approvazione definitiva.Il Vice Presidente Giovanni Legnini, intervenendo nella discussione, ha dichiarato: «Si tratta di intendimenti e propositi che si svolgono nell'esclusivo interesse della giurisdizione italiana, avendo bene a mente il fine ultimo, che e' quello di garantire una più efficace risposta di giustizia alla cittadinanza».