Accelerare i tempi dei procedimenti e abbattere l’arretrato pendente per «consentire al sistema Giustizia di essere, finalmente, il motore della ripartenza del Paese». È questo è uno degli obiettivi centrali contenuti nel Piano nazionale di resilienza e ripresa del Recovery Plan, che prevede in totale quasi 3 miliardi per il comparto Giustizia. In particolare, spiega il ministero della Giustizia sul suo notiziario web, Gnews, il Pnrr approvato in Consiglio dei ministri e trasmesso ieri in Parlamento, prevede uno stanziamento di 2,3 miliardi di euro da destinare a nuove assunzioni di personale: via Arenula, negli ultimi anni, ha già avviato un piano ordinario di assunzioni per oltre 16mila unità tra il 2018 e il 2023 e previsto un aumento della dotazione organica dei magistrati di 600 unità. Con i nuovi stanziamenti, si prevede di arruolare fino «a 16mila addetti all’ufficio per il processo, con contratto a tempo determinato e fino a 2mila magistrati aggregati», spiega il ministero. In programma, si legge ancora nella nota, anche «l’immissione di nuove risorse per quanto riguarda il personale tecnico. Saranno assunti, con contratto a tempo determinato a ciclo unico, sino a 4.200 operatori, tra cui architetti, ingegneri, statistici e informatici: figure professionali fondamentali per migliorare il servizio sul territorio e far avanzare i progetti legati all’edilizia giudiziaria e alla digitalizzazione». Altro capitolo del Recovery - con risorse pari a 450 milioni di euro - «riguarda infine la realizzazione di nuove cittadelle giudiziarie e la riqualificazione "green" e antisismica degli edifici esistenti».