Pare che poco prima abbia ricevuto la notizia della morte di un familiare, per questo sabato il ragazzino, un algerino, si è stretto una corda al collo, è salito su una sedia e si è lasciato andare. Per fortuna è stato soccorso dal compagno di cella che per qualche istante è riuscito a tenerlo sospeso: a quel punto gli agenti penitenziari sono intervenuti e dopo averlo soccorso hanno chiamato il 118 e scortato il giovane in ospedale. È accaduto nel carcere minorile sardo di Quartuccio, in provincia di Cagliari. A rendere nota la tragedia sfiorata è stato il segretario generale aggiunto della Cisl-Polpen Giovanni Villa, il quale ha denunciato che "per garantire un'adeguata sorveglianza è necessario avere a disposizione più uomini".Il carcere minorile di Quartuccio è stato più volte al centro dell'attenzione per diverse notizie di cronaca. La più recente, nel mese di giugno, riguarda l' incendio appiccato in una cella da tre detenuti. Lo rese noto il segretario regionale del Sappe, Luca Fais. "Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari - raccontò Fais -. Nonostante un fumo denso, i poliziotti hanno salvato la vita ai tre detenuti che avevano dato fuoco a tutto il materiale che si trovava nella cella. Alcuni sono rimasti intossicati". Secondo il sindacalista, "a incidere pesantemente su questi eventi sono le criticità del reparto di polizia penitenziaria di Quartucciu. Come può una Direzione con un organico di 20 unità fare fronte per garantire i livelli minimi di sicurezza quantificati in 15 posti di servizio? I poliziotti penitenziari di Quartucciu, nei primi quattro mesi dell'anno, hanno espletato un totale di 2.400 ore di lavoro straordinario e vengono regolarmente richiamati in servizio anche durante il riposo settimane e le ferie".LA STRUTTURA E LE SUE CRITICITÀAttualmente ? secondo gli ultimi dati messi a disposizione dal ministero della Giustizia ? il carcere minorile ospita 13 detenuti. La struttura dell'istituto penitenziario minorile di Quartuccio viene ben descritta dall'associazione Antigone durante l'ultima visita. Costruito all'epoca delle carceri d'oro (1980-81), l'Ipm di Cagliari doveva essere un carcere di massima sicurezza. Nel dicembre 1983 si decise invece di utilizzarlo come istituto per i minori, fino a quel momento detenuti in un braccio del (ex) carcere di Buoncammino a Cagliari. Fu adattato nel giro di pochissimi giorni. Mantiene le caratteristiche della massima sicurezza, con doppia cancellata che impedisce di vedere all'esterno dalle celle, sebbene il sistema di elettrificazione anti-scavalco del muro perimetrale non sia mai stato attivato.Nei primi anni 80 la zona, ora urbanizzata, era campagna aperta. L'Ipm non è inserito nel sistema di trasporto pubblico, nonostante la richiesta e nonostante la nuova circonvallazione sia predisposta (con una piazzola). Al momento quindi operatori, familiari, ragazzi dell'Ipm e dell'area penale esterna che si recano al carcere devono utilizzare taxi, macchine private o altri mezzi come motorini o biciclette (poco sicure a causa del traffico e della mancanza di pista ciclabile).L'istituto, ha un cortile interno con aiuole, prato e alberi. Lo spazio verde per i colloqui con i familiari è dotato di due gazebo e passerella in legno costruiti nel laboratorio di falegnameria.Ci sono ampi spazi sia per i laboratori che per tutte le altre attività (Ciclo-officina, Lavanderia, Giardinaggio, Musica, Murales e Giornalino). La palestra è stata recentemente ristrutturata: è dotata di reti da calcetto (montate), rete da pallavolo e canestri per il basket (smontati e disponibili), panche di legno fatte nel laboratorio di falegnameria e spogliatoi con docce. Campi sportivi esterni: calcetto, calcio a 11, basket/tennis.Nella palazzina a quattro piani ci sono gli uffici amministrativi, gli uffici degli educatori, la cucina con la mensa e la caserma. La cucina ? pulita e ordinata ? è unica per utenti e personale: lo stesso cuoco cucina per i ragazzi e per lo staff.Delle aree detentive, una è abbandonata, disattivata per mancanza di fondi dal gennaio 2007. I detenuti si trovano nella sezione al primo piano. Vi sono tre celle da tre letti, ognuna dotata di ampie finestre e di bagno con doccia, wc, bidet, lavandino e acqua calda. Non ci sono fornelletti dal momento che i ragazzi non sono autorizzati a cucinare nelle celle. L'arredamento è carente e arrangiato con mobili vecchi. Il riscaldamento non funziona e le celle che danno sulla parete esposta al vento di Maestrale risultano fredde. Una stanza comune è utilizzata come mensa. I giovani adulti hanno una cella autonoma rispetto ai minori, ma durante le attività stanno tutti insieme. Il blindo è chiuso dalle 20 alle 7.30 durante l'inverno, e dalle 23 alle 7.30 durante l'estate (con elasticità per condizioni climatiche, in particolare per il caldo si tiene aperto chiudendo solo le sbarre).Al piano terra due stanze sono utilizzate per l'attività di lavanderia, con commesse per una lavanderia industriale esterna (Nivea) e l'Esercito, e una per la Ciclo-officina. Nei cortili e nelle scale interne i muri sono decorati da murales, grazie a un progetto che nel 2008 ha affidato a writers un laboratorio ad hoc. Anche alcune sale comuni sono state decorate di recente nell'ambito di recenti laboratori di pittura. Vi sono sala socialità, teatro, sala tv (in cui si proiettano anche film in dvd), cappella e diverse sale per laboratori (non tutte in uso).La struttura richiederebbe lavori di manutenzione. Il muro perimetrale ? denuncia Antigone nella descrizione - in alcune parti sta cedendo e, in particolare, alcuni corridoi e l'interno delle celle presentano evidenti problemi di umidità alle pareti. Tali manutenzioni, così come il rinnovo del mobilio, non vendono fatte per mancanza di fondi e in alcuni casi si tinteggiano le pareti con l'aiuto dei ragazzi.TREND POSITIVO PER L'ESECUZIONE PENALE NON DETENTIVAIl Dipartimento della giustizia minorile ha pubblicato un aggiornamento quindicinale ben dettagliato riguardo i dati statistici per fornire un quadro sintetico e aggiornato dei minori autori di reato in carico ai servizi della giustizia minorile. Ci sono i dati riguardanti gli Uffici di Servizio Sociale per i minorenni (Ussm), che seguono i minori in tutte le fasi del procedimento penale, in particolare nell'attuazione dei provvedimenti giudiziari che non comportano una limitazione totale della libertà; dei Servizi minorili residenziali composti dai Centri di prima accoglienza (Cpa), che ospitano temporaneamente i minori arrestati, fermati o accompagnati a seguito di flagranza di reato; delle Comunità ministeriali e del privato sociale, in cui sono collocati i minori sottoposti alla specifica misura cautelare prevista dall'art. 22 del D. P. R. 448/88 (collocamento in comunità) e infine i dati riguardanti gli Istituti penali per i minorenni, che accolgono i minori detenuti in custodia cautelare o in esecuzione di pena. Il dato positivo che emerge dal rapporto riguarda l'esecuzione della pena alternativa: la maggior parte dei minori autori di reato è a carico agli Ussm nell'ambito di misure all'esterno. La detenzione, infatti, assume per i minorenni carattere di residualità, per lasciare spazio a percorsi e risposte alternativi, sempre a carattere penale. Per quanto riguarda gli ingressi negli Istituti penali per i minorenni negli anni dal 2006 al 2015, dal dato emerge che nel 2015 c'è stato un leggero aumento di unità - 1068 ingressi - rispetto all'anno precedente dove ne risultavano 992. L'aumento è anche l'effetto della modifica normativa introdotta dal Decreto Legge 26 giugno 2014 n. 92, convertito con modificazioni in Legge 11 agosto 2014 n. 117, ovvero l'estensione della competenza dei Servizi minorili fino al compimento dei 25 anni di età dei cosiddetti "giovani adulti".